Parte male il nuovo reality di Rai Uno. Parte con il 19% di share e appena cinque milioni di telespettatori, battuto su tutta la linea dalla fiction Carabinieri! Insomma, l’idea era buona e prometteva bene. Chi non ha mai desiderato viaggiare nel tempo? Chi non si è sentito fare la domanda ‘in che epoca ti sarebbe piaciuto vivere?’.
Un tema, dunque, molto popolare, molto democratico, che avrebbe potuto riscuotere, sulla carta, un consenso vastissimo. E poi il titolo: geniale! Dopo il film di Robert Zemekis “Ritorno al futuro” (tecnicamente la sceneggiatura migliore del cinema americano) non si poteva pensare a qualcosa di meglio, con la bella intuizione che alla fine il vero problema è quello di tornare al presente, non di finire in qualche altro posto del tempo. La Rai ci credeva così tanto, in questo progetto, da mettere in secondo piano addirittura la programmazione del prossimo show di Celentano (previsto anche quello in onda per il martedì).
Poi si accende la tv e si assiste. Bello lo studio, bravo ma un po’ timoroso Conti (non si può creare un’arena per la lotta e poi aver paura che qualcuno si faccia male... una parolaccia ci può sempre scappare!). Ci sono ospiti eccellenti, chi più chi meno; una bella ragazza con un senso claustrofobico dall’abbigliamento in diretta dal passato. E infine Signorini che da’ lezioni, aggiorna sulle curiosità, usi e costumi d’altri secoli. Ma perché Signorini è convocato in queste delicate circostanze quasi fosse un rodatore di reality? Fa venire nostalgia di Don Mazzi! Per fortuna a un certo punto arriva anche Alberto Angela e si capisce subito che la cultura e’ un’altra cosa, che il passato non e’ quello che vorrebbero farci vedere costoro e infatti ha una faccia un po’ perplessa (per una volta somiglia alla nostra!) e annuisce cautamente alle affermazioni del vicino di cattedra.
L’imbarazzo comincia ad aleggiare nello studio e anche a casa, quasi si presagisse il buco o si temesse il crollo di una quinta, di un’impalcatura e chissà cos’altro... Finalmente arriva il momento della prima gara, della prova: la corsa con le bighe! Allora si capisce che un’idea “americana” come quella di “Ritorno al presente” e’ stata realizzata dagli italiani... Che tristezza di mezzi, che ‘arrangia arrangia’. Sembrava una rete locale! Mica ci si aspettava Ben-Hur, con Charlton Heston, la regia di Sergio Leone e quattro purosangue bianchi per 32 minuti di ripresa senza interruzione! Però il pubblico e’ diventato esigente, e’ abituato al dolby surround, al 3D e a documentari che sono più credibili della realtà. Qui naturalmente si tratta di un gioco e la logica che muove lo spettacolo e’ del tutto diversa.
Insomma, era solo una prima puntata e bisognerà aspettare di vedere in cosa si trasformerà, cosa ne faranno gli autori, come gestiranno gli ospiti del tempo (facce purtroppo anonime e un po’ ingrigite dall’oblio collettivo).
Magari diventerà un talk-show del passato e allora saremo sicuri che si tratta della solita vecchia storia...
Capire, criticare, divertirsi, non assuefarsi è benessere
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