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IL SIMPOSIO: L'AMORE AL TEMPO DI PLATONE
PLATONE

In questo periodo gli innamorati possono rendere omaggio all’amore che li unisce, festeggiando San Valentino il 14 febbraio. E’ curioso allora sapere e scoprire come popoli e culture che ci hanno preceduto hanno parlato dell’amore. Nel libro Il Simposio di Platone si parla esclusivamente d’amore...

Lucia Mazzetti

Composto intorno al 385 a. C., il “Simposio” è il testo che sancisce la grandezza letteraria di Platone, costituendo anche la quintessenza della dottrina greca sull’amore e una raffinata opera allegorica sulla filosofia.

Breve ma ricco di una conoscenza antica e saggia, il testo (in realtà un dialogo), racconta del giovane poeta Agatone, innamorato di Socrate, che ha vinto un premio per la sua tragedia e lo festeggia offrendo due cene: una estesa ad un gran numero di persone, finita in gran baldoria, l’altra la sera successiva, riservata a un numero ristretto di amici, i quali concluso il pasto, si trattengono a bere sobriamente e a discutere sull’amore e tutte le sue sfaccettature: eterosessuale, omosessuale femminile ma soprattutto l’amore omosessuale maschile, come quello tra Achille e Patroclo o tra Socrate e Agatone.

Oltre a bere moderatamente, si decide di parlare a turno, procedendo da sinistra verso destra in modo che l’ultimo a parlare sia Socrate. L’incontro si mantiene nelle regole fino a notte fonda, quando arrivano altri invitati. Allora alcuni vanno via, altri sono presi da un sonno profondo, solo Socrate resta a parlare con Agatone e Aristofane.

Il titolo “Simposio” non significa tanto banchetto, ma piuttosto scambio di idee a banchetto concluso, tra commensali che restano intorno alla tavola e alternano discorsi e libagioni. Il dialogo di Platone riferisce le discussioni che tennero durante il simposio della seconda sera, cui parteciparono commensali di alto livello intellettuale; oltre ad Agatone, Fedro, Pausania, Erissimaco, Aristofane e Socrate cui, in una seconda fase si unirono Alcibiade ed altri amici.

La particolarità del testo è la forma utilizzata, ovvero il dialogo, attraverso cui i partecipanti al simposio scambiano le loro idee sull’amore, con un ritmo incessante ma pacato, delineando la natura del Simposio come luogo che invita alla conversazione. E proprio l’ambientazione del dialogo rimanda senza dubbio a certi salotti contemporanei, che oggi vanno tanto di moda; luoghi dove la gente, magari accompagnata da elaborate pietanze ad opera di grandi chef, si diletta in conversazioni, scambiando le proprie idee su vari argomenti.

Nella nostra epoca dominata dai mass media, questi salotti vengono proposti dalla tv attraverso i talk show: genere televisivo che nasce proprio dal concetto di convivialità. Ecco allora che la convivialità si distingue ancora come un bisogno umano, soddisfatto oggi anche con i mezzi di comunicazione. Nei talk show si parla un po’ di tutto: di politica, di guerra, di emozioni - spesso attraverso luoghi comuni - e anche e soprattutto d’amore.

Fedro, uno degli invitati al simposio, afferma: “Se si potesse fare in modo che una città o un esercito fossero esclusivamente composti di amanti e di amati, si realizzerebbe il miglior governo possibile in quanto essi si asterrebbero da qualsiasi azione riprovevole e gareggerebbero in reciproca emulazione”.

Le parole di Fedro potrebbero appartenere oggi ad uno dei personaggi che frequentano i salotti televisivi, ma purtroppo raramente i nostri personaggi televisivi possiedono un livello intellettuale pari a quello di Fedro e dei suoi amici.



(11/02/2005) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

  
  
 
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