HOME 
CURA DEL CORPO - CURA DELLO SPIRITO - CURA DEL PIANETA - ALIMENTAZIONE - MODA - ESTETICA - VIAGGI - CORSI E SEMINARI - FIERE E CONGRESSI
 VIDEO 
L'ORTO BOTANICO - 100 PAROLE SU - NON SOLO RECENSIONI - GUARIGIONE COME CRESCITA - ANGOLO DELLA PSICOLOGA -DOSSIER-
per Titolo/Descrizione/Autore Contenuto Articoli
Festival e Curiosità 


 
Pagina 2 di 2
Quinta ed ultima piazza (si fa per dire…), con 5 nominations, per Sideways di Alexander Payne in grado di guadagnarsi anche una personale candidatura come miglior regista. Il film, non ancora uscito nelle nostre sale, viene acclamato dalla critica internazionale, come un’ottima commedia che dopo Election e About Schmidt lancia Payne nell’olimpo del cinema mondiale.

Oltre a quanto detto finora vanno aggiunte alcune considerazioni in particolare sui film a nostro parere sottovalutati dall’Academy, e tra questi Collateral, Closer e Eternal Sunshine of the spotless mind (conosciuto in Italia con l’illuminante titolo Se mi lasci ti cancello), tutti e tre aventi solo due zuccherose nominations. Sconvolge in particolare la mancanza di Michael Mann dal novero dei candidati alla “miglior regia” e di Jim Carrey da quello di “miglior attore”, quest’ultimo ormai da anni riconosciuto come uno dei migliori e più eclettici attori del panorama mondiale ma stranamente sempre snobbato dall’Academy che solo nel 1996 gli concesse una nomination per quel filmetto chiamato The Truman Show.

Come ogni festival che si rispetti gli Oscar già dalle nomination regalano quindi cocenti delusioni ma anche grandi rivelazioni. In questa seconda categoria inseriamo l’originale Hotel Rwanda che ha fruttato a Don Cheadle una nomination come “miglior attore”, ma anche, tra le attrici, la esordiente Sophie Okanedo, sempre per Hotel Rwanda e le veterane Annette Benning (Being Julia) e Laura Linney (Kinsey).

Tra i film d’animazione la lotta a tre coinvolgerà come sempre i titani dell’industria d’animazione, ovvero Dremworks con Shrek 2 e l’attesissima famiglia mafiosa di squali Shark Tale e la concorrente Pixar con l’altrettanto strana famiglia di supereroi de Gli Incredibili. Personalmente votiamo per quest’ultimo che riteniamo rappresenti un ulteriore passo in avanti verso la fusione tra cinema classico e cinema d’animazione.

E infine eccoci al lato sociale di questa manifestazione che da sempre è votata al glamour e allo show-biz, ma non dimentica, o almeno così vuole far credere, di avere un’anima: la sezione documentari. Guardando la lista dei potenziali vincitori due sono le cose che stupiscono immediatamente. Anzitutto, la presenza di Super Size Me il docu-film che denuncia le catene di fast-food di attentare coscientemente alla nostra salute, cosa che il regista, Morgan Spurlock riesce a dimostrare nutrendosi per un mese esclusivamente di Big-Mac e Whooper. Un tema scottante, insomma, di quelli che solitamente in pubblico e nelle grandi occasioni si preferisce evitare. La seconda cosa che ci lascia decisamente basiti è invece l’assenza del documentario che più ha fatto parlare l’America e il mondo intero nell’ultimo anno ovvero Fahreneit 9/11 di Michael Moore. L’esclusione di questo film che tutti consideravano il favorito per la categoria è dovuta essenzialmente ad una regola inserita solo di recente dall’Academy e che, in breve, esclude dalla competizione quelle opere che siano state trasmesse in TV su Network nazionali. Insomma quest’anno, a meno di qualche soprpresa, dal palco del Kodak Theatre non udiremo nessun “Blame on You, Mr Bush, Blame on You!”….



(31/01/2005) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

1 | 2
  
 
  invia articolo per e-mail stampa l'articolo