A volte ritornano. E fanno bene.
Kossi Komla-Ebri torna con i suoi (o nostri?) imbarazzismi, splendido gioco di parole sui piccoli imbarazzi legati al quotidiano razzismo che viviamo ed insceniamo ogni giorno.
Il testo è una “semplice” raccolta di flash quotidiani di episodi che ci fanno vivere il razzismo, ricordandoci che questa (come per il potere) non è una questione di modus pensandi né di parole, è una questione di relazioni.
Oltre i proclami sull’integrazione e la convivenza, Komla ci parla del razzismo quotidiano raccontandoci piccole pillole della vita di tutti, da chi scrive a chi legge.
Il testo è un piccolissimo tesoro inestimabile: una collana di aneddoti che raramente superano la lunghezza di una pagina, ma che sono estremamente efficaci. È una raccolta di immagini legate al tema dell’imbarazzo e le tecniche mimetiche letterarie sono assolutamente efficaci per affrontare uno dei temi di maggiore attualità.
Qualcuno potrebbe pensare che questo è un manualetto da far leggere ai bambini come retorica infantile piena di buoni sentimenti.
Al contrario, credo sia pensato soprattutto per i più grandi, quegli adulti che di immigrazione si riempiono la bocca (nel bene o nel male) dimenticandosi qual è la dimensione reale, concreta e materiale del razzismo.
Riflettere, con attenzione, su ognuno di questi piccoli aneddoti è una cura importante per andare oltre alla retorica di un fenomeno dove si sovrappongono troppe ideologie. Sono convinto che imparare a regalare libri come questi sia il primo passo per l’educazione civile alla democrazia.
Amare l'arte è benessere
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