Umberto Boccioni è considerato il teorico di punta e il maggior rappresentante del futurismo in Italia. Figlio di un impiegato statale romagnolo, Boccioni si accosta all’arte da ragazzo, seguendo la passione innata e cominciando a dipingere in maniera abbastanza tradizionale. Nel 1908 l’artista arriva a Milano e, da allora, l’attenzione ai problemi sociali, ereditata probabilmente dal suo amico e collega Balla (anche lui pittore futurista), prende un posto molto importante nella sua vita. I ritratti e i paesaggi si sostituiscono allora con la rappresentazione della vita degli umili, dello sviluppo urbano e delle lotte operaie.
Alla tecnica divisionista, l’autore aggiunge l’espressione innovativa dell’Art nouveau e a partire dal 1910 si avvicina definitivamente al futurismo. Partecipa attivamente alle manifestazioni pubbliche del movimento e all’orientamento generale delle imprese futuriste proposte dal teorico Marinetti. Il suo contributo artistico a questo movimento diviene il punto di riferimento per l’arte e tutta la cultura italiana. Parte integrante dell’attività artistica di Boccioni è però rappresentata dai suoi continui soggiorni nella città padovana. Durante questi soggiorni Boccioni dipinge soprattutto ritratti e avvia il suo fondamentale diario conosciuto proprio con il termine di “padovano”.
In occasione del centenario della sua permanenza, la città di Padova dedica a Boccioni una notevole esposizione che dura fino al 27 gennaio 2008. Curata dalla studiosa Virginia Baradel, la mostra ha l’obiettivo di esplorare una fase poco nota dell’iter pittorico di Boccioni e indaga sull’intero contesto cittadino in cui l’artista si trova ad operare nei suoi diversi soggiorni. Accanto ai tanti ritratti, di Boccioni vengono proposti anche i disegni scolastici, le tempere con soggetti decorativi e le lettere intime. L’ambiente artistico della città nei primi anni del secolo scorso è, infatti, animato da personalità come Ugo Valeri, Felice Castrati e Mario Cavaglieri, alcuni tra i più importanti pittori del novecento.
La rassegna padovana, che racconta gli anni di formazione dell’artista prima della sua definitiva parentesi milanese e futurista, mostra al pubblico anche alcune opere inedite. Tra gli altri troviamo i ritratti femminili: la sua adorata madre, Cecilia Forlani, la sorella Amelia, soggetto del suo primo lavoro a olio; la cugina Adriana Bisi Fabbri, anche lei artista moderna e inquieta e Ines, la giovane donna che Boccioni frequenta a Padova fin dall’adolescenza e che ebbe con lui una tormentata storia d’amore. Ci sono poi i magnifici ritratti in chiave post-impressionista di professionisti cittadini, a testimonianza degli intrecci di relazioni e di interessi che l’artista coltiva nella città.
INFO
Padova, Galleria Civica d’Arte Contemporanea
Piazza Cavour
Dal 30 ottobre al 27 gennaio 2008
Tel. 049 8204544
Amare l'arte è benessere
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