“Dignità autonome di prostituzione” nasce da un’idea di Elisabetta Cianchini e Luciano Melchionna, con la regia di Melchionna. A detta del regista, il progetto è nato dalla constatazione di quanto il lavoro dell’attore, in molte produzioni teatrali, sia degradato a “ultima ruota del carro”. Per intenderci, le prestazioni degli attori sono il più delle volte gratuite, o le ultime ad essere pagate.
In questo spettacolo, invece, tutto parte dagli attori, assoluti protagonisti delle serate. Provocatoriamente equiparati a prostitute, sono loro, in questo caso, le “dignità autonome” che adescano il cliente, lo convincono ad assistere al loro monologo e a spendere i biglietti appena comprati per la propria performance.
Per meglio capire: all’ingresso di questa immaginaria casa chiusa lo spettatore offre una cifra minima di 10 euro che dà diritto a 4 biglietti, ciascuno spendibile per una delle “pillole del piacere”, esibizioni della durata di 10 minuti circa.
Già alla cassa si è accolti con allegria, avvolti da canzoni stile Piaf, e sedotti da sguardi pieni di brillantina e visi incipriati di personaggi simpaticamente fetish.
Subito si avvicina il “personale di servizio” della casa (circa cinque attori) che dà il benvenuto agli avventori, spiega loro come funziona il tutto, li invita ad entrare e li indirizza verso questa o quella stanza dove recitano gli altri attori (poco più di una decina per serata).
Da qui in poi tutto accade in modo spontaneo. Ci si trova nel corridoio con altri clienti, non si è più spettatori, e ci si scambiano opinioni sulle “prestazioni” ricevute. Quindi ci si lascia consigliare da qualcuno oppure si seguono le proposte di Wanda, la esuberante e ingenuotta donna della Direttrice, o di Cerebro, un servizievole garzone balbuziente dagli abiti “pinocchieschi”. O ancora, ci si lascia ispirare da un costume, un tipo di trucco, un sorriso.
Mentre si formano dei piccoli gruppi per assistere ai vari monologhi, nel tempo di attesa, in corridoio accade di tutto. Un fantasma insanguinato racconta le sue pene, le maitresse corrono indaffarate, si assiste a comici battibecchi tra il personale del bordello, un cantante intona melodie d’altri tempi.
A questo punto il gioco vi prende e la curiosità vi spinge di stanza in stanza. Ed ecco che ci si trova ad ascoltare la storia di una vivacissima ragazza Nuda di nome (e di fatto) e Gratuita di cognome; ad assecondare le malinconie di un’attrice alle prese con i gabbiani di Cechov; a commuoversi davanti ad una nipote, fragile e coraggiosa, che scopre che la tenerissima nonna è stata una prostituta.
Ci si perde tra improbabili madri di figli scomparsi, tragedie recitate in greco, suggestioni sonore e percorsi sensoriali, ma capita pure di imbattersi in melensi drammoni in terapie di gruppo o in canti della Divina Commedia snocciolata a memoria in modo non tanto convinto.
Il segreto è lasciarsi conquistare dalla casualità sempre imprevedibile di quel che può accadere. E abbandonarsi, di ora in ora, fino al gran finale in cui tutti gli attori-prostitute escono dalle loro stanze e ha inizio la festa. Si canta e si balla tutti insieme, è un esplosione di allegria.
“Dignità autonome di prostituzione” è consigliato per chi ama esperienze di teatro decisamente non statico, ma interattivo, partecipato e divertito. Il divertimento, l’entusiasmo, l’affiatamento che hanno spinto più di 65 attori a partecipare al progetto vengono trasmessi al pubblico, che si sente, per una sera, parte di un piccolo mondo, con i suoi personaggi, le sue vite, le sue regole, i suoi colori.
Dei nomi degli attori, in questo articolo, non ne è stato svelato neanche uno, perché del resto i nomi delle prostitute hanno poca importanza. E citandone alcuni si farebbe torto ai molti altri che si esibiscono nelle stanze dove non si è entrati o durante le altre serate (in una sera si riescono a vedere al massimo una decina di performance). Se volete proprio conoscere chi ha aderito, la lista si trova sul sito-internet della Fonderia delle Arti ma al progetto stanno aderendo in corso d'opera molti altri attori.
La validità di questo spettacolo è confermata dalla grande partecipazione del pubblico, nonostante la poca pubblicità. Le adesioni si stanno moltiplicando a macchia d’olio grazie al magico potere del passaparola.
Si torna a casa con la sensazione di aver giocato a uno dei “giochi più antichi del mondo”: il teatro. E, se da una parte giocare fa bene anche ai grandi, giocando si è contribuito a riaffermare la dignità dell’attore. L’obiettivo del progetto è stato centrato a pieno.
“Dignità autonome di prostituzione”
format teatrale di Elisabetta Cianchini e Luciano Melchionna
regia di Luciano Melchionna
3 novembre - 9 dicembre 2007
Fonderia delle Arti - Roma, Via Assisi, 31
tutte le sere dalle ore 21.17 (lunedì riposo)
tel. 06 7842112
Amare l'arte è benessere
|
|