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Trovo le tue parole tutte molto vere. E non è un caso che tu pure, come me, trovi stupendi i versi del poeta Kahlil Gibran sui figli, nel suo famoso libro Il Profeta.
Quando mi è capitato, in seguito, di parlare con te del film Nuovo Mondo (nel frattempo l’avevo visto e lo avevo trovato bellissimo, nonché molto efficace il ruolo da te sostenuto), scopro che il regista Crialese, dopo il provino, non si era più fatto risentire e che tu, per evitare l’ansia dell’attesa, avevi deciso, senza neppure un recapito o un telefono cellulare(!!), di partire nientemeno che per l’India. “Quando tornai in Italia (avevo per scaramanzia strappato in Kerala un pelo all’elefante: dicono porti bene…), trovai le telefonate del regista che mi convocava per la lavorazione del film e così iniziò l’avventura. Girammo un po’ in Italia e molto in Argentina per la questione dei costi. La cosa particolare fu che il regista chiese un po’ a tutti gli attori di inventare i dialoghi sulla traccia di un copione molto libero, per cui ciò che dico, la stessa canzoncina che mi invento una volta arrivata in America, è frutto del ‘mio sacco’, come si suol dire”.

Il che mette in evidenza le tue grandi capacità d’artista e la tua indiscussa “sicilianità”. Purtroppo, però, hai avuto la sorpresa di scoprire, solo verso la fine del lavoro, che la conclusione della storia non sarebbe stata quella prevista all’inizio, quando ti avevano proposto il ruolo di Donna Fortunata. Le ultime scene, proprio per chiudere come in un cerchio l’atmosfera magica creata dalla donna nelle prime riprese, prevedevano che il film si concludesse sulla tua figura, mentre “scomparivi” nell’oceano, in una dissolvenza volutamente ambigua (morivi? Ripartivi per la tua Sicilia? Ti suicidavi?), mentre il tuo corpo si trasformava in quello di un magnifico enorme uccello che si andava a posare sulla spalla del figliolo minore, ora non più muto, che raccoglie quindi la tua eredità di tradizioni popolari e magiche della Sicilia.

Un finale misterioso, evocativo, pieno di fascino a cui, “per esigenza di produzione” hai dovuto rinunciare. “Con un tale rammarico che non volevo neppure andare alla prima a Venezia. Mi sentivo mortificata, delusa. Pensa che avevo di molto abbassato il mio cachet solo per il piacere di quel finale…!”, mi hai confessato. Veramente un peccato!

“Ma poi mi sono ricreduta – hai aggiunto. Sono andata a Venezia, dove il film ha avuto un’ottima accoglienza; e questo è successo pure in Argentina e ad un festival in Armenia, figurati! Ovunque sono stata un’ospite molto applaudita, e con i miei occhi ho visto tanti spettatori commossi, in sala, alla fine della proiezione, e la cosa mi ha fatto ben sperare: checché se ne dica, esiste ancora una buona fascia di pubblico che desidera vedere cose di qualità, che fanno riflettere, e non solo produzioni d’infimo ordine e solo di ‘cassetta’… Il cinema non dovrebbe mai ignorare questo tipo di pubblico…”.

Non rimane che sperare che la qualità di questo film e della cinematografia italiana in genere venga riconosciuta e sostenuta: Nuovo Mondo ha meritato la candidatura all’Oscar e al David di Donatello, ha avuto una gran successo nelle sale, specie all’estero, e Martin Scorsese ne ha parlato in maniera entusiasta (“Mi sono identificato molto in questo film: vi ho rivisto la storia della mia famiglia” ha detto) in occasione del San Francisco Film Festival che è stato aperto, appunto, dal tuo film. E’ stato inoltre scelto e presentato al Tribeca Festival, organizzato ogni anno a New York da Robert de Niro.

Leggo inoltre sul giornale di oggi, il 2 novembre, che il tuo film è in programmazione su Sky, per questa sera alle 21.
Insomma, cara amica, vorrei chiudere questa mia con gli auguri più belli per la tua vita e per la tua professione. E che la nostra amicizia continui a vivere!

Mirella



(02/11/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

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