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LE DUE ANIME DEL GRILLISMO E LA SOCIETA' CIVILE, CON PERMESSO
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Stefano Zoja
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“Grillo. Replica choc al Tg2: Se sparassero al direttore?”. Venerdì 21 settembre, mattina: questo è il terzo titolo lanciato sul sito del Corriere. La sera prima Grillo era a Codroipo (Udine) per un suo spettacolo. Dopo aver lasciato le telecamere Rai fuori, ma consapevole della probabilità che qualche giornalista potesse essere in sala, il comico lascia partire il filmato dell’editoriale in cui Mazza agita il pericolo-Grillo: “Cosa accadrebbe se un mattino qualcuno, ascoltati quegli insulti, premesse all'improvviso il grilletto?”, “…e ti sparasse nel culo?” completa Grillo. Una boutade liberatoria per il comico che aveva evitato di replicare a Mazza, una battuta discutibile ma del tutto innocua, se contestualizzata, che si è prestata perfettamente a un’apertura col botto sul Corriere.
Questo gioco va avanti da tredici giorni, dal V-Day, dalle distinzioni sul vaffanculo buono e quello cattivo. Gli epiteti più benevolenti dedicati a Grillo sono stati qualunquista, demagogo e populista, poi, a briglia sciolta, fascista, eversore e “apprendista stregone, ispiratore di attentati”. Molti giornalisti più o meno di sinistra e più o meno alternativi – da Severgnini a Scalfari, da Zucconi a Serra – hanno fatto spallucce, o stigmatizzato le apparenze di ignoranza o violenza di Grillo e “grillini” tutti. I telegiornali hanno ispessito il loro “panino” politico con un paio di acri fettine di grillo-pensiero e sono passati a più serie questioni (tipo il matrimonio di Baldini, l’amico di Fiorello, nel giorno in cui oltre trecentomila persone firmavano per una legge d’iniziativa popolare). Lo si attacca inventando, travisando, ignorando, o pubblicando esclusivamente foto in cui Grillo sembra un iconoclasta idrofobo.
E’ un fuoco di sbarramento mediatico con cui la “casta” allargata, o “sistema”, ha scelto di dedicarsi alla forma verbale del comico, anziché alle battaglie di sostanza che conduce da anni, o alle centinaia di migliaia di cittadini, eterogenei fra loro, che hanno trovato del valore nei suoi messaggi.
Ecco: la società civile, forse e finalmente. Quella stessa che, se compra un milione di copie de “La Casta” di Stella e Rizzo, diventa fenomeno, ma non importa, perché non si coagula e non agisce (la stessa cosa per le ottocentomila copie di “Gomorra” di Saviano). E che se legge che, nonostante “La Casta”, le spese della Camera sono aumentate anche nel 2007 (notizia di ieri); o che l’ex Ministro dei Trasporti (!) Burlando ha guidato per oltre un chilometro contromano sulla A10, ma, fermato dalla polizia, non è stato nemmeno multato perché ha mostrato il tesserino da (ex) parlamentare (notizia di oggi); questa società civile si indigna, ma non può (non sa come) ribellarsi.
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