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Di ciò abbiamo eloquenti esempi ancora ai nostri giorni da parte di popolazioni isolate dal mondo “civile” (si fa per dire…), quali i boscimani!

Passano gli anni, e via via si susseguono concezioni, tematiche e stili diversi anche nella musica così come in tutte le arti e non solo in esse… Partendo da questa osservazione prima di chiudere soffermandoci un istante su un compositore , Erik Satie (1866 – 1925) che, per diversi aspetti, fu nel crogiolo di alcuni dei cambiamenti di cui sopra.

Satie era pregiato, originale autore di varie composizioni musicali a talune delle quali, peraltro, amava dare titoli quanto meno stravaganti. Tra queste ricordiamo ad esempio la “Sonatine bureaucratique” e “ Trois morceax en forme de poire” ovvero “Tre pezzi in forma di pera”.
Ma accanto a queste vanno ricordate le varie Gymnopèdies (n° 1 ecc.), le Gnosiennes, i notturni, ed altro ancora: si tratta di composizioni originali sotto il profilo tecnico e, cosa più importante, dotate di una sonorità tutta particolare.

Ma il motivo per il quale mi soffermo su Satie è una sua composizione per voci e piccola orchestra dal titolo “La morte di Socrate”.
Quest’opera musicale si ispira al Fedone, scritto dal grande filosofo Platone per descrivere e commemorare la morte di Socrate suo Maestro che, giudicato colpevole di empietà, venne condannato a morte mediante avvelenamento con la cicuta. Nel “Fedone”, che segna una tappa miliare nella storia della filosofia occidentale, assistiamo alle discussioni tra discepoli di Socrate su una serie di problematiche che spaziano dall’etica, al significato della nostra esistenza, al concetto dell’anima e della divinità.

Erik Satie, per descrivere la particolare atmosfera nella quale si svolgono questi dialoghi, si avvale di un filo melodico che si snoda con regolare dolcezza nel corso della narrazione musicale. Ma ad un tratto questo filo di note si spezza improvvisamente, con una acuta, repentina dissonanza : è questo l’istante nel quale la cicuta fa il suo effetto letale e Socrate – con un sussulto - muore.

Penso che, ancora una volta, quanto sopra si presta a correlazioni e considerazioni “musical-filosofiche”!



(03/08/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Conoscere la forza della musica è benessere

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