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DAVID DI DONATELLO 2007
UNA SCANDALOSA TOCCATA E FUGA..

Solo un paio d'ore e un imbarazzante silenzio finale dedicati al più importante premio per il cinema italiano...

Lorenzo Corvino

Nell’anno in cui il cinema italiano raggiunge nei primi 5 mesi del 2007 il 35% della quota di mercato nazionale, la televisione pubblica italiana riserva al più importante premio del cinema nostrano solo un paio d’ore nel pomeriggio infrasettimanale di inizio estate, imponendo ad un conduttore abbastanza imbarazzato di ribadire a chiunque salisse sul palco a ringraziare i propri collaboratori di fare in fretta, perché alle 20 la diretta sarebbe venuta meno per impellenze di palinsesto quali le estrazioni del Lotto.

Di paradossale c’è stato che la corsa ha avuto il suo risvolto, ossia la premiazione è terminata prima del necessario senza avere più premiati da dover far salire sul palco e senza sapere come riempire, per dichiarata ammissione del conduttore medesimo, il tempo restante.

Alcuni nominati, per la stessa ragione della fretta succitata, non hanno neppure goduto della lettura delle proprie candidature, ovvero si è arrivati a leggere i vincitori a due a due senza inventariare gli altri di ciascuna cinquina; senza clip e neppure in un cartello grafico in sovrimpressione.

Nell’edizione che finalmente ha tributato il meritato plauso da parte del gotha del nostro cinema ad un attore già attivo da un decennio, stiamo parlando di Elio Germano premiato come miglior attore protagonista per Mio fratello è figlio unico, la cerimonia è stata in realtà una passerella quasi del tutto appannaggio di vecchi esponenti della nostra cinematografia. Purtroppo al di là di alcune eccezioni come Olmi, Morricone e Trovajoli ad esempio, gli altri in verità poco avrebbero meritato di essere annoverati tra i maestri o i notabili del nostro cinema. Ma questo è il dazio che si paga con la nostra TV: si confonde troppo spesso il vip o il personaggio noto con una persona degna di standing ovation e manifesta ammirazione.

La serata è culminata con la consacrazione di Giuseppe Tornatore (al suo quarto e quinto David personale, rispettivamente per la regia e per il film La sconosciuta) in una serata che tardava a diventare tale, mentre in sala chiunque sventolava qualcosa per prendere respiro e trovare conforto dall’afa, nonostante la platea fosse al chiuso e non sotto il cocente sole romano. A parte il caso di Pedro Almodovar, ospite occasionale di passaggio in Italia, che è restato per tutto il tempo con gli occhiali da sole, a causa dell’eccessiva intensità delle luci artificiali.

Il regista di Bagheria non aveva mai vinto fino ad oggi il David di Donatello per il miglior film. La sconosciuta ha preso anche altri tre premi, per la fotografia, per la musica e per la migliore attrice protagonista, Ksenia Rappoport. Il David per la migliore opera prima se l’è aggiudicato come era da molti annunciato Kim Rossi Stuart con Anche libero va bene. Un ex-aequo c’è stato per la migliore attrice non protagonista: Ambra Angiolini per Saturno contro e Angela Finocchiaro per Mio fratello è figlio unico, film quest’ultimo che ha vinto anche il David per la sceneggiatura. L’aria salata dell’esordiente Alessandro Angelini, che era stata la rivelazione italiana alla Festa del Cinema di Roma l’autunno scorso, ha preso due importanti premi, quello per il miglior attore non protagonista andato a Gorgio Colangeli e quello per il miglior produttore andato a Donatella Botti.

Quest’ultimo forse è il premio più significativo: forse dopo questo premio andato ad un produttore già affermato (la Botti ha prodotto i film di Mimmo Calpresti e Francesca Comencini, ed anche La meglio Gioventù), per giunta per un’opera prima, molti dei tanti produttori accreditati presso il nostro Ministero per i beni e per le attività culturali sapranno farsi coraggio e decidere di investire in opere prime energie sufficienti a favorire quella pluralità di storie e tematiche la cui assenza altrimenti impoverisce il panorama culturale nostrano, e non solo per quanto concerne la branca del cinema.

I PREMI

Miglior Film
La sconosciuta di Giuseppe Tornatore

Miglior Regista
Giuseppe Tornatore - La sconosciuta

Miglior Regista Esordiente
Kim Rossi Stuart - Anche libero va bene

Miglior Sceneggiatura
Daniele Luchetti, Stefano Rulli, Sandro Petraglia -
Mio fratello è figlio unico

Miglior Attore Protagonista
Elio Germano - Mio fratello è figlio unico

Miglior Attrice Protagonista
Ksenia Rappoport - La sconosciuta

Miglior Attore non Protagonista
Giorgio Colangeli - L'aria salata




  
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