Davide e Lorenzo fanno coppia e convivono ormai da un po’. I due sono soliti organizzare spesso nella loro casa delle cene, imbastendo delle lunghe tavolate, alle quali partecipa tutta la loro ristretta cerchia di amici intimi. C’è Angelica, una psicologa sposata con Antonio, Nival, un’interprete turca sposata con Roberto, Sergio, l’ex compagno di Davide e Roberta, una ragazza che lavora con Lorenzo e che ha problemi di droga. Ma un evento tragico irrompe all’improvviso durante una delle tante serate trascorse insieme, mettendo l’intero gruppo di persone davanti a delle riflessioni esistenziali.
Un film statico, reazionario, che non porta nulla di nuovo al dibattito culturale italiano; men che meno alla settima arte, semmai il paradosso di equivoci artistici che la pellicola mette in scena abbia mai preoccupato Ferzan Ozpetek. Perché un film riuscito dovrebbe tendere verso le vette polisignificative dell’opera d’arte, dovrebbe inventare nuovi procedimenti per eternare il mistero di quell’alterità assoluta di senso che trascende la quotidianità circostante. L’intento del regista italo-turco è, invece, quello di mettere in scena la vita quotidiana di un gruppo di amici –partendo sostanzialmente dalla propria esperienza personale- con tutto il corollario di controversie che accendono il dibattito politico italiano attuale.
L’amore omosessuale, i diritti dei conviventi non sposati, l’eutanasia, la cremazione, l’ipocrisia dell’istituto matrimoniale. Bisogna quindi tradire le istanze artistiche che qualcuno, come il sottoscritto, spera di soddisfare nella visione cinematografica e portarsi al livello delle analisi sociali che il film vuole evidenziare. La valutazione delle quali è francamente negativa. Tutto quanto il film si riduce ad una serie scontata di rapporti all’interno di un piccolo nucleo familiare. Aldilà di una disattesa aspettativa - troppo personale forse e che tuttavia il titolo scelto evoca - sulla riflessione cosmologica e su come questa influisca ineludibilmente nell’esperienza umana, manca totalmente un’introspezione nel carattere dei personaggi, un approfondimento psicologico che sciogliesse eventuali ambiguità di partenza.
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