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IL POVERO PIERO DI ACHILLE CAMPANILE
In scena fino al 4 marzo 2007 al Teatro Eliseo di Roma, la commedia tratta dall’omonimo romanzo di Achille Campanile. Da “morir” dal ridere.

Claudia Bruno

Achille Campanile è stato uno tra i più grandi umoristi del nostro tempo, uno di quelli che si è scontrato con l’ inconsistenza e la volatilità della lingua italiana. Oggi, come quarant’anni fa, i suoi equivoci verbali portati all’assurdo, ci strappano risate soffocate dai sensi di colpa, l’ultimo strascico della gabbia d’acciaio che la società ci ha gettato addosso.

Questa commedia, diretta da Pietro Cartiglio e tratta da un bel romanzo degli anni ’60, è una commedia sulla morte. Una commedia che fa della morte stessa il principio motore dell’azione teatrale. Niente succede davvero, eppure il palco è un turbinio di colori, lacrime e risate, situazioni che al di là del sipario sembrano così improbabili, e che pure restano intrise di una nota familiarità.

È morto Piero, questo è il succo della questione. E’ bastata la notizia, o l’impressione, di questa morte, a far partire un meccanismo vorticoso senza vie d’uscita. E in meno d’un minuto Piero si ritrova ad essere “il povero Piero”. Tutti piangeranno, si dispereranno, si meraviglieranno: dalla moglie alla cameriera, dal migliore amico al più lontano conoscente, dalla portinaia all’operaio passato di lì per caso. Comincia la corsa all’accaparramento degli oggetti cari - scarpe orologi e portasigarette - mentre si cerca di rispettare l’unica volontà del defunto: che la notizia si sappia ad esequie avvenute.

La commedia si spacca a metà tra il primo atto – dove Piero muore, e prende il via un balletto di equivoci e convenzioni ipocrite impregnate di automatismi sociali - e il secondo – dove Piero si risveglia, e le convenzioni precedentemente rappresentate vengono smontate, distrutte, sbeffeggiate, fino al ridicolo, fino al crollo dell’architettura scenografica stessa.

Sarà proprio sui rottami del vivere sociale, dall’alto di un’impalcatura mobile, che Piero guarderà una danza colorata di risate amare. Dove non importa più se si festeggia il vivo o il morto, ma tutti si beffano dell’unico che, a questa farsa, ci aveva creduto.

13 febbraio – 4 marzo 2007
Teatro Eliseo

Via Nazionale 183 – 00184, Roma
Info e prenotazioni
Tel. 0648872222
Tel. 064882114



(19/02/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

  
  
 
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