HOME 
CURA DEL CORPO - CURA DELLO SPIRITO - CURA DEL PIANETA - ALIMENTAZIONE - MODA - ESTETICA - VIAGGI - CORSI E SEMINARI - FIERE E CONGRESSI
 VIDEO 
L'ORTO BOTANICO - 100 PAROLE SU - NON SOLO RECENSIONI - GUARIGIONE COME CRESCITA - ANGOLO DELLA PSICOLOGA -DOSSIER-
per Titolo/Descrizione/Autore Contenuto Articoli
Archivio 


 
Pagina 1 di 2
IL MUSEO BARRACCO HA RIAPERTO LE PORTE AL PUBBLICO
Dal 16 dicembre 2006, dopo gli interventi di pulitura, restauro, adeguamento alle norme di sicurezza e abbattimento delle barriere architettoniche, sono tornate visitabili le sale che ospitano la prestigiosa collezione di sculture antiche donata dal barone Giovanni Barracco nel 1904 al Comune di Roma.

Claudia Pecoraro

A causa della particolare architettura dell’edificio, soltanto il pianterreno è agibile per i disabili motori, ma le altre opere possono essere apprezzate da una postazione multimediale che simula virtualmente la visione del resto del museo, in cui le opere sono accompagnate dal commento audio e dalle musiche di Sinopoli.

Dal 1992, inoltre, il museo porta avanti un servizio per i non vedenti, per i quali è stato allestito un percorso tra una decina di opere, dotate di didascalie in braille, così come la planimetria e una guida al museo che vengono loro forniti insieme a dei guanti speciali che consentono di approcciare a una conoscenza tattile delle sculture.

Il museo è dotato di due biblioteche d'interesse prevalentemente artistico ed archeologico: la Biblioteca Barracco che raccoglie alcuni capisaldi dell’archeologia ottocentesca e rare edizioni di classici del Seicento e del Settecento, e la Biblioteca Pollak con circa 2.500 volumi appartenuti a Ludwig Pollak, archeologo, collezionista e mercante d’arte.

Nei sotterranei del palazzo sono stati rinvenuti degli interessanti edifici romani, la maggior parte dei quali databili al IV secolo, che sono attualmente in restauro e che saranno in futuro fruibili al pubblico.

Lungo il percorso museale, le sculture sono suddivise a seconda della loro appartenenza alle antiche civiltà che si svilupparono lungo il bacino del Mediterraneo. L’arte egizia è rappresentata a partire dalle più antiche dinastie (3000 a.C.) fino all’epoca romana. Dalla Mesopotamia provengono le preziose lastre assire, ornamenti dei palazzi di Ninive e Nirmud del VII e VI sec a.C.

Interessante, in quanto presenza rara per i musei italiani, è la pur esigua sezione dedicata all’arte cipriota, tra cui spicca il carretto di calcare colorato con una divinità legata alla Madre Terra accompagnata dal suo Paredro (compagno).

La sezione sull’arte greca comprende alcuni originali e numerose copie romane da originali greci, tra le quali il Doriforo (portatore di lancia), il Diadumeno (atleta che si cinge la benda attorno alla fronte) e l’Amazzone ferita, famose opere di Policleto. Anche l’arte romana è documentata da sculture e ritratti, tra cui la raffinata testa di un fanciullo della famiglia Giulio-Claudia (I sec. d. C.).

Nelle belle sale, dal classico gusto cinquecentesco, le opere si possono ammirare quasi tutte senza vetrine, ma purtroppo da un solo punto di osservazione, quello frontale, non essendo consentito di girarvi intorno. L’impedimento non è di poco conto, dato che si tratta nella maggior parte dei casi di sculture a tutto tondo.

Attualmente il percorso museale si distingue per l’assenza totale di apparati didattici, che – assicura la direzione – saranno messi a disposizione tra breve in ogni sala sotto forma di schede, ma che – aggiungiamo noi – sarebbe stato corretto mettere a disposizione fin dalla riapertura del museo, considerati gli anni trascorsi per il restauro.

Non una parola compare, quindi, a proposito della storia dell’edificio sede del museo, Palazzo della Farnesina ai Baullari, che il prelato Le Roy fece costruire come dimora privata su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane. Né il visitatore ha occasione di apprendere qualche notizia sulla genesi di questa prestigiosa collezione, formata dalle 380 sculture che Giovanni Barracco, ricco nobile calabrese, raccolse acquistandole dal mercato antiquario e recuperandole dai grandi scavi archeologici, che avevano coinvolto Roma alla fine dell’Ottocento.




  
1 | 2
 
  invia articolo per e-mail stampa l'articolo