Danny Archer, un ex mercenario dello Zimbabwe, si guadagna da vivere scambiando diamanti illegali in cambio di armi. Alla ricerca di una preziosa pietra rosa, Archer incontra Maddy Bowen, una giornalista americana che si trova in Sierra Leone per scoprire la verità sulla faccenda dei cosiddetti “diamanti insanguinati”. Con l’aiuto di Solomon, un ex lavoratore delle miniere, Archer e Maddy si imbarcano in un viaggio pericoloso attraverso i territori dei ribelli.
Ambientato all’apice della guerra civile che ha devastato la Sierra Leone (un conflitto che ha provocato più di 370mila morti e durante il quale sono stati impegnati decine di migliaia di bambini soldato), il nuovo film dell’acclamato regista Edward Zwick, vincitore di un BAFTA Award per la regia di Shakespeare in Love, porta sul grande schermo la terribile carneficina che segnò il continente africano alla fine degli anni novanta e che causò milioni di vittime e di rifugiati in Angola, Liberia, Sierra Leone e Costa D’avorio. Nel tentativo di rilanciare la campagna contro i “diamanti della guerra”, Blood Diamond, girato in Monzambico con alcune scene effettuate a Londra, Belgio e India, ricostruisce la reale situazione del fronte rivoluzionario africano (Ruf) che nel 1999 finanziò la guerra grazie al contrabbando di diamanti grezzi provenienti dalle miniere, imponendo morte e terrore presso le popolazioni del territorio. Il terribile legame fra lo sfruttamento delle pietre preziose e la violazione dei diritti umani è chiaramente evidente lungo il percorso narrativo del film, una pellicola di denuncia che si pone come punto d’incontro fra le parti e che sottolinea sistematicamente gli stupri, le torture, le sparizioni e le violenze di milioni di africani nel mondo.
Girato con particolare attenzione all’effetto visivo-percettivo, Blood Diamond, ripercorre le ingarbugliate vicende di Danny Archer, un ex soldato alla ricerca di un raro diamante rosa nella terra della violenza. Nel film di Zwick, infatti, la landa africana, arida e sconfinata, è vista con avidità e struggimento, una sorta di terra di mezzo battuta dalla polvere rossa e dall’odore del sangue. Ma l’evidente violazione dei diritti umani e il decesso di milioni di giovani (il film denuncia gli arruolamenti forzati di bambini soldato e la condizione di degrado delle famiglie torturate), porta con sé un più profondo e significativo messaggio: il diritto di pace che la razza umana deve necessariamente salvaguardare per la sopravvivenza della sua specie.
Un film che vanta una profonda conoscenza delle culture natie delle tribù africane e che non manca di evidenziare l’indiscutibile schiavizzazione della pelle nera nei territori poveri. La schiavitù e la servitù sono state per anni alla base dell’economia dei paesi occidentali e il dramma della fame e della povertà sono il collante di una pellicola capace di suscitare una maggiore consapevolezza del degrado umano, oggigiorno vissuto con indifferenza e distacco. Accompagnato dalla suggestiva fotografia del paesaggio africano, colto in penombra da una macchina da presa malinconica, Blood Diamond suggerisce tolleranza e coesione. Un film da vedere.
Amare l'arte è benessere
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