Credevamo tutti che la mania dei reality fosse sul viale del tramonto e invece….
Torna su canale 5 il Grande Fratello 7, il capostipite del genere televisivo che sta impazzando sulle emittenti di tutto il mondo ormai da una decina d’anni.
Ma da dove deriva la voglia del telespettatore di sedersi davanti alla televisione e seguire per un tempo variabile da pochi minti a diverse ore le “imprese” di personaggi continuamente sotto l’occhio attento delle telecamere?
La risposta è insita nella domanda: il gusto di spiare l’altro, di conoscerne i pensieri, di avere la possibilità di non lasciare nulla alla privacy altrui.
Alla gente piace guardare dal buco della serratura, scoprire i misteri di chi ci sta accanto, capire quali sono le sue armi vincenti, prendere spunto da chi, considera “meglio di noi” per imitarlo, giudicarlo, senza negare il sotteso piacere nel vederlo fallibile e imperfetto.
È il piacere voyeristico che ci spinge ad accendere la televisione e preferire il Grande Fratello a un documentario o un film d’autore.
Il motivo psicologico profondo di questo nuovo voyerismo è la necessità di avere una conferma che siamo "normali", e soprattutto che per avere successo nel mondo dello spettacolo oggi non è più necessario essere bravi attori e indomabili show man, ma è sufficiente “farsi notare” e sottoporsi all’inesorabile, quanto discutibile, giudizio di un pubblico di telespettatori.
Questo può portare a un’omologazione di massa dove l’individuo, (consenziente, sia ben chiaro) viene in qualche modo privato del suo mistero, in parte della sua anima, vendendola in nome di un futile successo una volta uscito dalla Casa.
Niente più segreti, niente più riservatezza, per i ragazzi appena entrati nella Casa di Cinecittà che non avranno più una “vita privata” almeno per i prossimi tre mesi.
Sogno o incubo, dipende dai punti di vista.
Arrivati alla 7ma edizione gli autori del programma dovevano inventarsi nuove situazioni e colpi di scena. La prima novità è la discarica: una sorta di tugurio peggiorato dove alcuni dei ragazzi saranno costretti a vivere per un tempo che non ci è dato conoscere.
Che dire poi del cast…
Probabilmente ispirati da “La Pupa e il Secchione” successo televisivo degli ultimi mesi, gli autori quest’anno hanno puntato su ragazze avvenenti (sarebbe troppo presto fare supposizioni sul loro cervello). Anche alcuni dei ragazzi devo ammettere che non sono proprio niente male.
Il cast sembra creato apposta per far nascere coppie. I ragazzi ci appaiono predisposti alle “amicizie”, come ci insegna Diana, la smaliziata intraprendente ragazza russa che sembra essere entrata nella casa con l’unico obiettivo di far parlare di se e delle sue “situazioni amorose”.
Ma...l’avventura di Cinecittà è appena iniziata, abbiamo tempo per soddisfare il nostro voyerismo.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Capire, criticare, divertirsi, non assuefarsi è benessere
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