Nel centro storico di Albenga, al piano terreno dell’imponente palazzo Peloso Cipolla, è stato recentemente aperto un pregevole spazio espositivo, la Galleria Scola in via Cavour 44. Nei suoi pressi, oltre alla Cattedrale di San Michele ed al Palazzo del Comune, si trova il Museo Navale Romano. La galleria consta di tre sale, la principale delle quali è decorata da una volta interamente affrescata con motivi secenteschi, ed è situata nel cuore “secolare” della cittadina ingauna, in un contesto storico di grande rilevanza.
Qui è stata allestita la mostra “Percorsi Paralleli”, una collettiva d’arte contemporanea che ha coinvolto quattro pittori e altrettanti scultori, tutti residenti in Liguria e soci del Circolo Artistico “Amici nell’Arte” di Garlenda. Ed è proprio il Circolo ad aver organizzato questa mostra e le successive, che nella galleria si snoderanno nell’arco del 2007 e consentiranno ad oltre venti artisti di presentare il frutto della propria ricerca creativa.
Com’è consuetudine dell’Associazione, tali attività mirano a divulgare l’arte nel tessuto sociale del nostro territorio, sensibilizzando anche, per quanto è possibile fare con gli strumenti dell’arte, le Pubbliche Amministrazioni locali e gli Enti più o meno coinvolti ed interessati. Un discorso particolare va fatto in rapporto alla cittadinanza, “target” peculiare di tali eventi.
Oggigiorno sta divenendo sempre più laborioso amalgamare un certo numero di artisti per proporre un “prodotto” di spiccato interesse al pubblico, incessantemente distratto da infiniti stimoli esteriori e superficiali, che sempre meno lasciano spazio al pensiero, alla riflessione, alla meditazione…
Tuttavia, osservando con accuratezza i lavori in mostra in via Cavour 44, appare evidente il “parallelismo” dei “percorsi” di queste otto individualità, autori ed attori del nostro tempo.
“Percorsi Paralleli” sintetizza, nei due termini che la caratterizzano, la pluralità di espressione e di stile dei partecipanti. Infatti attraverso le opere esposte viene evidenziato il cammino che ogni singolo artista sta percorrendo nella propria carriera. Gli artisti in mostra sono: Romy Barrile (Genova) – scultrice e ceramista, Giuseppe De Carlo (Cogorno GE) – scultore, Enzo Dente (Genova) – ceramista e pittore, Chiara Parodi (Uscio GE) – scultrice e pittrice, Luisa Bonello (Savona) – pittrice, Franco Grassi (Albenga) – pittore, Caroline Keyn (Savona) – pittrice e fotografa e Carmen Spigno (Garlenda) – pittrice.
Romy Barrile, siciliana di nascita, genovese di adozione, è riuscita a coniugare la materialità del supporto utilizzato nei suoi lavori, la creta, con una sensibile astrazione di significati. Ciò che emerge distintamente dalle sue opere è una sorta di dualismo, concretizzato in busti e figure percorse trasversalmente da un piano perpendicolare, quasi a realizzare nella terracotta i due aspetti dell’individuo: il conscio ed il subconscio, l’uno nascosto all’altro, ma assolutamente uniti nell’essere. Lo stesso dualismo si ravvisa anche nei tondi, ove le componenti, volutamente separate all’atto della produzione vengono “cucite” assieme da un brillante filo di alluminio in spire, quasi a significarne l’imprescindibilità.
Dai lavori di Giuseppe De Carlo si ravvisa la grande sintonia che esiste fra l’uomo e la materia. Si tratta di un connubio amorevole che induce lo scultore a considerare il frutto del suo lavoro, l’opera, alla stregua di una creatura… Non ci troviamo quindi al cospetto di freddi “pezzi di pietra”, ma la materia ci elargisce di riflesso tutto il sentimento infuso dall’autore all’atto della realizzazione. Possiamo chiudere gli occhi ed immaginare le mani agili, forti e sapienti che scivolano sulla pietra, quasi ad accarezzarla, quindi picchiarla brutalmente per toglierne l’eccesso, e poi nuovamente a lisciarla. L’uomo-scultore De Carlo, nato ai piedi delle Alpi Apuane, ma ligure oramai da lungo tempo, ama la “pietra”, sostanza che l’ha incantato e che da diversi lustri è diventata sua compagna e passa con assoluta naturalezza dall’utilizzo del gesso al marmo, dall’ardesia all’arenaria.
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