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GABRIELE MUCCINO SBARCA AD HOLLYWOOD. INCONTRO CON IL REGISTA E L’ATTORE WILL SMITH
Il regista de L’ultimo bacio conquista il pubblico americano con una pellicola dal sapore agrodolce. Il film dal titolo La ricerca della felicità, che vede l’attore Will Smith nei panni del protagonista, uscirà nelle sale italiane il 12 Gennaio.

Emanuela Graziani

Tratto da una storia vera, il nuovo film di Gabriele Muccino racconta la reale vicenda di Chris Gardner, un padre di famiglia in serie difficoltà economiche che tenta di realizzare il sogno di una vita. Interpretato da un commovente Will Smith nei panni del brillante venditore, La ricerca della felicità è il primo film di produzione americana interamente diretto da un regista italiano, film che ha sbancato i botteghini statunitensi nel primo mese di programmazione. Gabriele Muccino si è fatto conoscere al pubblico d’oltreoceano per il film L’ultimo bacio, che ha vinto il premio della Giuria al Sundance Film Festival del 2002 e che fu citato da Entertaiment Weekly tra i dieci migliori dell’anno. La ricerca della felicità, che uscirà nelle sale italiane il 12 gennaio, racconta l’emblema stesso del sogno americano e l’importanza di raggiungere nella vita quotidiana l’obiettivo desiderato.

Alla presentazione romana del film, l’attore e cantante Will Smith, interprete e coproduttore della pellicola, afferma: “Questo film racconta la storia di Chris Gardner, un uomo che fatica per arrivare alla fine del mese. Indietro con l’affitto per mancanza di lavoro, Gardner e il figlio di appena cinque anni, vengono sfrattati dall’appartamento di San Francisco dove vivono. La vicenda di Chris è ciò che negli Stati Uniti viene definito con il nome di sogno americano, ovvero l’importanza di raggiungere i propri obiettivi anche di fronte le difficoltà più grandi. Io credo che questo film sia in realtà un viaggio sull’importanza del sogno umano, sull’importanza della ricerca della felicità nella vita quotidiana.

Il fondamento del mio Paese è proprio la speranza che qualunque persona armata di buona volontà e determinazione può farsi una nuova vita, ricominciare da capo ed arrivare in cima. Per questo motivo ho scelto Gabriele come regista. Trovo davvero straordinaria la sua capacità di cogliere gli stati intimi della vita umana. Solo un italiano come Gabriele poteva comprendere al meglio l’essenza stessa del sogno americano, così profondamente auspicato da milioni di persone ma così poco praticato nel mondo. Gabriele ha conferito al film una visione particolareggiata ed intimistica, una visione che appartiene a tutti noi. “L’ultimo bacio” di Gabriele è davvero un film potente, ricco di umanità e dimensione soggettiva. Ammiro il suo lavoro e credo che sotto la sua guida ho potuto dare al personaggio di Chris Gardner molto di più di quanto immaginassi.


La ricerca della felicità è stato girato prevalente e San Francisco e nel centro di Oakland, dove sono presenti le ricche comunità residenziali di Piedmont e Hayward. Realizzato con solo sessanta giorni di riprese, il film di Muccino nel nostro Paese ha avuto un’accoglienza contrastante. Nel tentativo di spiegare il perché di riportare sul grande schermo una storia prettamente americana, il regista afferma: “L’America è una società molto cinica e competitiva, la ricerca della felicità negli Stati Uniti non è una cosa facile. La storia di Chris Gardner è importante perché comporta una valutazione di fondo: l’esistenza del razzismo. Ancora oggi la gente di colore vive una difficile situazione di discriminazione. Avere un sogno quando hai la pelle nera è come avere un handicap fisico che impedisce il movimento. Nel film il mio compito era quello di raccontare in maniera realistica e senza troppi sentimentalismi la vita dei cosiddetti “looser” dell’America, una nazione che nonostante tutto non vuole rinunciare al suo più grande sogno”.

Credo che il pubblico apprezzerà questo film perché mostra il vero senso della felicità umana”, continua Smith in un discorso sull’importanza dell’esistenza. “La vita di Chris è una storia universale che parla di un padre disposto a qualunque sacrificio pur di proteggere i sogni del proprio figlio. Essere felice significa anche non rinunciare alle proprie passioni, alle proprie capacità. Nel film di Gabriele il mio lato comico è messo da parte per lasciar spazio all’emotività e alla serietà del personaggio. Solitamente dramma e commedia vanno sempre di pari passo, sono tra loro correlati. “La ricerca della felicità” commuove e nello stesso tempo diverte. Questo è il suo punto forte.



(12/01/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


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