Recensione di PIETRO BARONI - VOTO: 8,5
"Una grande civiltà viene conquistata dall'esterno solo quando si è
distrutta dall'interno"
W. Durant
Così comincia la nuova fatica di Mel. Con un enunciato che dovrebbe essere un monito per tutti noi, occidentali e non del XXI secolo. Film-metafora, Apocalypto è una pellicola di protesta, amara e pessimista come altro non può essere se si scruta il mondo occidentale di oggi senza superficialità.
"Nel corso della Storia, i motivi della caduta di una civiltà - dice Mel Gibson - sono sempre gli stessi, e molti degli eventi che hanno preceduto la fine dei Maya sono quelli che si verificano nella nostra società oggi. Questi cicli si ripetono continuamente". Della società erudita e dotta dei Maya ormai non resta più nulla: gli antichi e prosperosi fasti sono ormai un lontano ricordo e la violenza, le barbarie, l'abbrutimento generale esige la continua costruzione di templi sempre più grandi e l'aumento esponenziale di sacrifici umani.
Con accuratezza maniacale nei costumi, nella scenografia, nelle musiche (la realizzazione della colonna sonora intermante realizzata con strumenti strettamente d'epoca), nel parlato (film esclusivamente girato con dialoghi in dialetto maya bucateci) Mel e la sua troupe sono riusciti a dare un'idea ben precisa di quello che era una società in decadenza, debole e inerme di fronte all'inaspettato arrivo degli europei.
La storia, semplice, è divisa in tre atti che danno ritmo e scadenza precisi alla pellicola: una prima parte ambientata nella foresta in un villaggio indio, la città maya e le piramidi successivamente, un lungo e mirabolante inseguimento nella foresta per il terzo e ultimo capitolo.
Alcune scelte e buchi di trama potrebbero far storcere il naso ma entrano in secondo piano se ci si lascia trasportare dal ritmo, anche questo curato nel dettaglio, del film.
I 40 minuti finali dell'inseguimento valgono da soli il prezzo del biglietto.
E il finale, assolutamente amaro sapendo noi cosa sarebbe successo nei decenni a venire, non lascia scampo a equivoci. Per i Maya gli spagnoli sono stati il colpo di grazia per la loro società violenta e in declino; i "nostri" spagnoli chi saranno?
Amare l'arte è benessere
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