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IL RITORNO DI ROCKY BALBOA: INCONTRO CON SYLVESTER STALLONE
Prossimamente nei cinema il capitolo finale della vita del pugile più amato del grande schermo. Una conclusione assolutamente degna del personaggio.

Emanuela Graziani

Prodotto da Irwin Winkler e Robert Chartoff, Rocky Balboa è diventato un fenomeno ai botteghini di tutto il mondo e un classico senza tempo. Nato come pellicola a budget limitato, il film diretto ed interpretato dall’attore statunitense Sylvester Stallone, vinse l’Oscar nel 1976 come miglior film, regia e montaggio, conquistando in totale ben dieci nomination.

Grazie alle uscite cinematografiche di altri quattro fortunati episodi, la pellicola ha continuato ad attirare nuove generazioni di appassionati. L’ultimo capitolo della celeberrima serie, che uscirà nelle sale italiane il 12 Gennaio, ritrova un Sylvester Stallone sempre più appassionato e determinato, un Rocky Balboa indebolito nel corpo ma rafforzato nel cuore.

E’ un sogno universale quello di cercare di emergere e di tentare di raggiungere il massimo obiettivo nella vita”, afferma Sylvester Stallone alla presentazione italiana del suo film, “Per questo motivo ho scritto l’episodio conclusivo della vita di Rocky Balboa, il personaggio che con la sua determinazione ha dato speranza a milioni di persone. Rocky è un eroe del nostro vivere quotidiano, una persona semplice che ha avuto la possibilità di salire sul ring e darci dentro. Magari nella vita non si ha sempre il successo sperato, ma almeno la possibilità di provarci. Penso che questa sia la peggiore frustrazione dell’esistenza di molte persone, il fatto di non aver mai avuto neanche la possibilità. Il mondo di oggi ha bisogno di eroi, ha bisogno di speranza e di fiducia verso il prossimo. Per vestire nuovamente i panni del campione italiano dei pesi massimi ho dovuto affrontare un duro esercizio fisico. La verità è che non ho più il corpo di un tempo. Rispetto al primo film ho circa 20 chili in più e la mia età non è propriamente la stessa, ma sono invecchiato e forse è proprio questo che adoro”.

Le origini e la vita di Sylvester Stallone sono profondamente legate alle vicende del suo “Rocky”. L’attore scrisse la prima sceneggiatura del film dopo aver visto l’incontro di box tra Chuck Wepner e Muhammed Ali, decidendo così di interpretare il personaggio principale della sua storia. Molti produttori si offrirono di comprare la sceneggiatura con l’intento di scegliere una star per il ruolo del protagonista ma Stallone si oppose, insistendo sulle sue capacità attoriali. La difficile carriera dell’artista, che ha ottenuto riconoscimenti anche come regista e sceneggiatore, è sbocciata solo nel 1976, anno in cui ha vinto l’Oscar.

Questo film ha un profondo legame emotivo con il primo”, spiega Stallone, “E’ una pellicola biografica e sono orgoglioso del lavoro svolto. Ho scritto la sceneggiatura con l’intento di rivolgermi ad un pubblico adulto, quello della mia generazione, ma la storia di Rocky affascina anche i giovani di oggi perché racconta la vita di un uomo che vince le sue più grandi paure. Spero che il film possa rappresentare una degna conclusione alla saga di Rocky Balboa, la pellicola che ha conquistato il cuore di tante persone e che è rimasta attaccata saldamente al mio. Per quanto riguarda i miei progetti futuri, ora sono impegnato nella fase di preproduzione dell’ultima incarnazione dell’eroe d’azione “Rambo”, che sarà nei cinema solo nel 2008. Devo dire che ha questo punto della mia carriera sento di aver avuto molta fortuna, sento di aver vissuto dieci vite tutte insieme. Il fato è stato davvero buono. Ora voglio dedicarmi alla scrittura, al cinema indipendente, lo stesso da cui provengo. Voglio dedicarmi ai giovani, al loro cinema ed in particolare alla loro visione della vita”.



(11/01/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


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