Cosa possiamo, infatti, davanti ai potenti della terra, a quelle ombre? Proprio nulla, siamo vittime silenziate. Ogni giorno lo constatiamo. Nessuno ha voce, la massa tace. Loro invece, tutti i grandi, hanno parole e megafoni, hanno portavoce e penne di servizio. Ecco, ogni giorno si fanno sentire, possono fare quel che vogliono, decidere, chiudere argomenti o aprirli, trattare per la guerra o la pace, approvare leggi buone o cattive.
Come si potrebbe subire tutto questo che va – ancora - sotto il nome di democrazia se non si potesse anche accettare che in questo sistema imperfetto si può ascoltare la voce stridente e impunita di un folle non allineato? Questo fanno i satirici, un po’ uomini un po’ personaggi letterari: ci creano un’alternativa alla rassegnazione, ci danno la chiave di una porta, ci soffiano aria fresca sul viso. Ci dicono, con quella lucida follia di chi ha capito quasi tutto e con coraggio cerca di trovare un altro modo di osservare la stessa cosa, che non è sempre come sembra, che a ogni prepotenza si può fare lo sgambetto, che ogni uomo è stato bambino e che – a volte e con un po’ di fantasia - può persino diventare un fumetto. E che per immaginarlo occorre essere liberi.
Capire, criticare, divertirsi, non assuefarsi è benessere
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