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FUR: UN RITRATTO IMMAGINARIO DI DIANE ARBUS
TITOLO ORIGINALE: Fur: An Imaginary Portrait of Diane Arbus
REGIA: Steven Shainberg
CON: Nicole Kidman, Robert Downey Jr., Jane Alexander, harris Yulin, Courtney Taylor Burness
USA 2006
GENERE: Drammatico
VOTO: 7
DATA DI USCITA: 20 ottobre 2006

Emanuela Graziani

Diane Arbus è una moglie premurosa. Amante della fotografia, fa da assistente al marito Allen che possiede uno studio fotografico e lavora nella moda. Fra un servizio pubblicitario e l’altro, la donna rimane colpita dal misterioso vicino di casa, Lionel, malato di ipertricosi.

Il regista Steven Shainberg torna sul grande schermo dopo il successo di “Secretary” - che ha ottenuto il Premio Speciale al Sundance Festival – con un film liberamente ispirato alla biografia della fotografa americana Diane Arbus, la celebre ritrattista dei cosiddetti “Freaks”.

Presentato in anteprima alla prima edizione di “Cinema – Festa internazionale di Roma”, la pellicola dell’acclamato regista inglese si concentra sulla visualizzazione della sensibilità artistica della fotografa americana conosciuta per i suoi bianco e neri sugli emarginati della società contemporanea, nani, deformi e menomati. Fur: un ritratto immaginario di Diane Arbus, magistralmente interpretato da un’inquieta Nicole Kidman nei panni della fotografa e dal candidato al premio Oscar Robert Downey Jr., racconta la vita agiata e conformista di Diane Arbus, moglie e madre perfetta.

Desiderosa di “diversità” e ormai stanca di tanto lusso e ricchezza, la donna rimane affascinata dalla figura emblematica del suo vicino di casa, Lionel, affetto da una malattia che ricopre completamente il suo corpo di peli. L’attrazione per Lionel le fa scoprire la sua repressa fascinazione per l’universo degli emarginati, sospeso fra deformazioni fisiche e perversioni mentali.

Shainberg impagina la figura della fotografa attraverso una morbosità elegante che riscopre disagi e debolezze dell’animo umano. Quello di Diane Arbus è un viaggio fantastico ed immaginario nei meandri ossessivi dell’arte e della proiezione artistica, di volti scavati e magri che attendono invano la liberazione dal proprio dolore. Nell’attrazione verso un universo sconosciuto, Diane racconta la sua fragilità di donna in un’atmosfera fiabesca che richiama alla mente diversi generi di rappresentazione: dal thriller alla commedia e dal dramma al noir.

Un film convincente per la qualità regista delle inquadrature, spaccati di vita che offrono una brillante mescolanza di passioni e tormenti della fotografa newyorchese, divisa tra fascinazione artistica e smarrimento emotivo. Ancora una volta il regista Shainberg porta sul grande schermo una storia dai risvolti intimistici, accattivante nel soggetto e terrificante nella rappresentazione, ben assortita nella visione individuale ma prevedibile in quella collettiva.



(19/10/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


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