Finalmente Scorsese! Si respira sempre di più quell’aria di celluloide che nei primi giorni della rassegna era troppo inquinata dalla mondanità e dalla curiosità dell’evento. Intendiamoci, non che si sia calmato il bailamme dei primi due giorni, anzi la giornata domenicale, insieme a Richard Gere, che presenta il film The Hoax, e a Leonardo Di Caprio, ha contribuito ad incrementarlo, però la presenza di uno dei più grandi registi americani ha dato veramente la dimensione artistica internazionale che fino ad oggi s’era solamente presentita.
Ma torniamo a Martin ed alla conferenza stampa tenutasi oggi nella Sala Santa Cecilia dopo la proiezione del suo ultimo film The Departed (che abbiamo recensito). All’appuntamento con la stampa, il regista si presenta accompagnato da Leonardo Di Caprio e Vera Farmiga, che interpreta la bella psicanalista nel film.
Scorsese ci racconta della lavorazione del film: The Departed è terminato da tre settimane, tanto è passato dal montaggio definitivo. In fase di lavorazione ci siamo potuti permettere di allungare i tempi e di sperimentare continuamente tutto quello che volevamo, anche grazie agli attori che hanno permesso questo, dando dei contributi al film. Eppoi la troupe intera, i produttori. La scelta della mafia irlandese, nel film, è stata decisa dallo sceneggiatore. La fonte ispiratrice originale del mio film si basa sulla malavita cinese, ma lui ha suggerito di cambiare contesto. Ed io l’ho trovata molto interessante come idea ed ho accettato il suggerimento. La cosa fondamentale dell’ispirazione originale non era il contesto, ma il rapporto tra lealtà, fedeltà e tradimento. Questa era la cosa che più m’interessava e su questa credo di essere andato veramente a fondo. Questa è la mia terza esperienza con il remake. Ho cominciato a leggere la sceneggiatura del progetto originale con intento critico, poi ho letto venti pagine e non mi sono più fermato. Non c’era solo una storia, ma una trama con forti risvolti psicologici che ci ha permesso di sperimentare. Da qui è nata l’interazione tra azione e profilo psicologico che c’è nel film”.
La parola passa a Leonardo Di Caprio, a cui viene chiesto se dopo l’esperienza con Scorsese passerà alla regia: A questo punto della mia vita è da escludere, non ho nessun desiderio di passare dall’altra parte della macchina da presa, soprattutto dopo aver visto Martin, le sue capacità e tutto quello che comporta fare il regista. Fare l’attore è un’esperienza solitaria, quasi privata, lavori su te stesso, anche se poi molta gente vede il tuo lavoro, ma fare il regista è tutt’altra cosa. Si deve essere come un veggente, per riuscire a sapere come legare una scena con altre centocinquanta, ed allo stesso tempo prevedere le reazioni che avrà il pubblico. E poi troppe responsabilità che io non sopporterei, tutto dipende da te per tante settimane”.
Dopo questi tre film con Di Caprio, secondo Scorsese, è possibile paragonare questa esperienza al sodalizio che ha avuto con Robert De Niro? “Non considero il nostro rapporto come tre film fatti insieme, quanto piuttosto una collaborazione di 6 anni, un po’ come se avessimo lavorato ad un unico progetto che unisce diverse sezioni. Non è possibile un parallelo tra i due attori per il semplice fatto che tra me e Leonardo ci sono trent’anni di differenza, mentre Robert è mio coetaneo, quindi è diverso il contesto delle nostre relazioni”.
Il regista rimane poi sul vago per quello che riguarda la voce che questo fosse l’ultimo film girato ad Hollywood: “Sappiamo tutti che ad Hollywood c’è molta disponibilità di fondi, più che in ogni altra parte del mondo, ma poca volontà di rischiare. A volte c’è discordanza tra quello che interessa a me e quello che vuole fare Hollywood. Il prossimo mio film Silence sarà comunque un film a basso costo, tratto da uno scrittore giapponese.”.
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