Cleveland Heep è il guardiano del condominio The Cove dove tutte le sere una strana creatura affonda nella piscina, creando una sorta di blocco nel filtro. Dopo parecchie notti insonni, Cleveland incontra la Narf, un essere venuto da lontano, dal mondo dell’acqua.
La leggenda a cui è legata la sceneggiatura di Shyamalan, regista e attore nel film, nasce da una storia inventata e da lui raccontata tutte le sere ai suoi bambini. La narrazione piano piano si è arricchita diventando sempre più composita e prendendo le sembianze di un film dentro la testa del regista.
Shyamalan è reduce da un altro film fantastico The Village, proveniente anch’esso da una delle sue storie raccontate ai bambini, come vuole la più antica delle tradizioni. The Village però è smaccatamente più dark, sebbene anche qui i mostri non manchino e si materializzano presto in Scrunt da abbattere per difendere la fanciulla del mare.
La trama è piuttosto complessa e sarebbe meravigliosamente perfetta per un film se non fosse per una fiacca sceneggiatura dallo stampo fumettistico e che sfiora il ridicolo quando delinea i ruoli dei difensori della Narf e delle metodiche per difenderla dallo Scrunt.
La filosofia insita nel film è didattica e viene sottolineata da eventi simbolici che s’incatenano l’uno all’altro. Lo scopo della Narf è in fondo ridare fiducia ad un mondo che ha perduto le proprie origini e soprattutto nel cercare di indicare ad ognuno di seguire la propria strada fino in fondo, nonostante le difficoltà.
Gli attori sono particolarmente bravi, senza pensare al trucco cui si sottoponeva Bryce Dallas Howard ogni giorno per acquisire un particolare colorito e dare una speciale consistenza alla sua pelle e rassomigliare di più alla creatura che rappresentava. Paul Giamatti interpreta il guardiano notturno che trova Story (il nome della Narf) nella piscina di notte, e che lentamente scopre la sua storia ed il motivo per cui si trova lì.
Altri due attori impersonano due personaggi chiave per il film: Jeffrey Wright, un appassionato di enigmistica; e Bob Balaban, un frustrato critico cinematografico che aiuterà Cleveland a dirimere certe trame.
Il film si presenta come una visione polifonica, in cui tutti i condomini svolgono una parte rilevante e ciascuno aiuta la storia a procedere in modo però sincopato, ritornando a volte sugli stessi passi. Le sorprese quindi si susseguono ma non organicamente togliendo spessore alla trama e facendo spiccare salti contraddittori che solo la fotografia di Christopher Doyle fa dimenticare.
Amare l'arte è benessere
|
|