Calvin è un nano appena uscito di prigione che subito tenta un colpo in una gioielleria. Per sfuggire alla polizia nasconde il diamante sottratto nella borsa di una giovane donna: per recuperarlo pensa bene di camuffarsi da poppante nella speranza che venga accolto come tale dalla donna e dal suo consorte. Ma le cose ovviamente si complicano.
Pensate che in un celebre database questo film recentissimo è già riuscito, grazie ai voti degli iscritti, a scalare la classifica dei peggiori film di tutti i tempi, piazzandosi, al momento, al 22esimo posto. Se non sarà un problema per gli autori e i produttori rientrare delle spese dal momento che persino noi italiani lo proiettiamo, quando tante altre sceneggiature nostrane neppure vedono la luce delle riprese, va detto che persino gli statunitensi così avvezzi alle cialtronate hanno espresso in quel suddetto database la loro chiara disapprovazione ad un’operazione così ingiuriosa nei confronti dell’intelligenza umana che non si sa se applaudire al geniaccio trash dei fratelli Wayans, autori della sceneggiatura, per aver avuto anche solo il coraggio di proporre come film live action un soggetto così demenziale da risultare del tutto ridicolo o se c’è da piangere e tremare al pensiero che qualcuno abbia dato loro ben 65 milioni di dollari per realizzare un progetto così goffo e ingenuo che persino Ed Wood avrebbe avuto una certa ritrosia a dirigere.
Se ci fossimo trovati dalle parti di un cartone animato forse tutto sarebbe risultato più accettabile e meglio rappresentabile in termini di deformazione esasperata e comunque comica, tanto che l’incredulità avrebbe lasciato il posto, come è giusto che accadesse, alla fantasia del “magico se”: e se un nano adulto e cafone venisse scambiato da un’onesta e garbata coppia di giovani sposi per un pargoletto abbandonato, quali inconvenienti e maliziosi equivoci potrebbero arricchire un consimile presupposto d’intreccio?
Tuttavia trovandoci in un film con attori in carne ed ossa è chiaro sin da subito che tutto l’impianto sia del tutto inverosimile e improbabile, tanto che gli sceneggiatori debbono ricorrere ad una comicità greve e pruriginosa per distrarre a tutti i costi lo spettatore dall’idea che è troppo imbecille la soluzione adottata da Calvin e dal suo compare per recuperare il diamante. Il problema è che a questo punto ci accorgiamo che i Wayans ci credono davvero che una cosa del genere possa funzionare narrandola in modo realistico, anziché in una modalità totalmente demenziale come hanno fatto nel dittico da loro ideato di Scary Movie 1 e 2.
Insomma: meglio Zorro contro Maciste di Umberto Lenzi del 1963 che ha nel titolo almeno una parvenza di accattivante curiosità nella sua anacronistica disfida che propone, piuttosto che questa ennesima offesa contemporanea al pudore frustrato dello spettatore medio.
Amare l'arte è benessere
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