Italia, 1930. Il matrimonio di una giovane coppia è messo in crisi dai pettegolezzi dell’alta società. Improvvisamente, l’arrivo sulla costiera amalfitana della Signora Erlynne (Helen Hunt), una donna matura e con una pessima reputazione, attira l’attenzione di tutti gli uomini, in particolare di Lord Augustus “Tuppy” (Tom Wilkinson) che le chiede di sposarlo. Nel frattempo, uno dei più consumati playboy della riviera, Lord Darlington, decide di conquistare il cuore della giovane Meg (Scarlett Johansonn), donna di straordinaria bellezza.
Ambientato sulla costiera amalfitana negli anni 30, Le seduttrici è una commedia romantica tratta da “Il ventaglio di Lady Windermere” di Oscar Wilde.
Il film di Mike Barker, già noto produttore di cinema e televisione, che nel 1999 ha diretto un cast internazionale in To Kill a King, un film epico sulla vita di Oliver Cromwell e del suo amico Sir Thomas Fairfax, riflette la critica sociale della storia con una ironia a doppio taglio. La pellicola offre una visione letteraria e passionale del rapporto femminile, troppo spesso sottovalutato dalla cinematografia del settore e raramente presente sul grande schermo.
Howard Himelstein, sceneggiatore nonché produttore del film, parlando dell’importanza della sua ultima fatica afferma:”A differenza di altri lavori di Wilde che sono molto legati al periodo storico e assolutamente inglesi, Il ventaglio di Lady Windermere ha un respiro universale. Anche se tecnicamente ambientato nel passato, la storia ha humor e una sensibilità moderna che attira il pubblico dei nostri giorni.”
La scelta del regista di voler ambientare il film nell’Italia degli anni trenta risponde ad una esigenza stilistica ben precisa: donare sfondo e senso artistico alla piece originale. L’estetica dominante della costiera amalfitana contribuisce alla creazione di quella atmosfera romantica e pungente propria della commedia di Wilde, del poeta dall’animo controverso e particolarmente eccentrico. Sentimentale e moraleggiante, il film si caratterizza per l’estrema sensualità dei suoi personaggi femminili, astuti e bellissimi, vere icone della perfezione e di ciò che solitamente è identificato con il nome di logica dell’apparire in una società edonistica come quella attuale.
La presenza scenica di Scarlett Johansson, una delle giovani attrici di maggior talento di Hollywood, nei panni dell’idealista Meg, dona freschezza e originalità all’intera pellicola. Particolarmente accomodante nelle sue forme, la Johansson ricorda la bellezza gelida e i tratti enigmatici della divina Greta Garbo in La tentatrice, e nello sguardo, la malinconia vulnerabile di Marilyn Monroe in una scena de Gli Uomini preferiscono le bionde. Nella valutazione finale del film di Barker, si nasconde il desiderio di elaborare una nuova concezione dell’essere donna, un’immagine capace di dare luce contemporaneamente a genio e santità, frivolezza e arte sublime.
“La gloria non è per me che una felicità passeggera. La gloria non può essere una dieta quotidiana; è come il caviale: è buono ma non a tutti pasti e tutti giorni. La mia vita non si identifica con la gloria.” Marilyn Monroe.
Amare l'arte è benessere
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