Nell’ultimo episodio della trilogia cinematografica degli X-Men, i mutanti possono rinunciare alla loro condizione sovrumana grazie all’invenzione di una cura che rischia di annientare le diversità genetiche. Magneto, uno dei principali leader dei mutanti, esce dall’oscurità per organizzare una vera e propria rivoluzione contro la razza umana, nel tentativo di eliminare la cura e chiunque la sostenga.
La pellicola diretta dal pluripremiato Brett Ratner, affermatosi per i successi di Rush Hour- Due mine vaganti e del prequel il silenzio degli innocenti (The silente of the lambs), è pervasa da una straordinaria potenza visiva ed emotiva. X-Men Conflitto Finale, che vede riuniti tutti i protagonisti dei primi due episodi, è tratto dal celeberrimo fumetto di Stan Lee e Jack Kirby, fondatori della Marvel. Il film di Ratner è il diretto proseguimento, nella struttura narrativa e logistica, delle due precedenti pellicole e consente una migliore percezione degli stati emotivi dei personaggi, vittime del pregiudizio e dell’alienazione umana.
Nell’ultimo episodio della serie, gli X-Men sono descritti attraverso la sublimazione dei loro poteri sovrumani ma al contempo nella loro diversità individuale. Il film pone una serie di interrogativi particolarmente interessanti per il nostro tempo; Il pregiudizio e la persecuzione limitano le libertà individuali? Quanto la nostra società è conforme alla massa? Mantenere la propria soggettività è un diritto o un dovere?
Per il regista Brett Ratner una delle sfide più emozionati di questo film è stata quella di portare una maggiore penetrazione emotiva nell’arco narrativo dell’intera pellicola. I veterani delle avventure degli X-Men hanno molto apprezzato l’approccio affettivo-psichico di Ratner. Alcuni personaggi principali, come quello di Halle Barry nel ruolo di Tempesta, hanno una maggiore visibilità del loro potenziale. Il personaggio di Famke Janssen nel ruolo di Jaen Grey è quello che meglio incarna la parabola umana del dualismo e della coesione tra bene e male.
Nel secondo episodio, Jean aveva sacrificato la propria vita per salvare gli X- Men, affogando nel lago Alkali. In X-Men Conflitto Finale Jean ritorna in oscurità, rinata “Fenice Nera”, dotata di poteri al di là della sua comprensione.
Incapace di controllare la parte sovrumana, Jean diventa una minaccia per l’intera umanità. Il conflitto interiore della donna è il frutto dell’alterazione di forze generatrici in opposizione al pensiero cosciente, secondario, logico, deduttivo.
X-Men Conflitto Finale è un film dal forte impatto visivo e scenografico. Gli effetti speciali, curati dal premio Oscar John Bruno, trasmettono una sensazione di perfetto dominio. Attraverso il montaggio parallelo è stata dedicata particolare attenzione alle scene di azione e di combattimento.
Il ponte del Golden Gate di San Francisco è protagonista di una delle grandi scene del film, quella in cui Magneto, leader dei mutanti, ne prende il controllo, strappandolo dalle fondamenta e utilizzandolo come una passerella per arrivare ad Alcatraz, il luogo dove si sviluppa e si distribuisce la cura. La sequenza del Golden Gate è la scena con l’effetto visivo più complesso di tutta la trilogia. Per la sua realizzazione, la produzione ha dovuto costruire una sezione a grandezza naturale del ponte e dell’isola di Alcatraz.
X-Men Conflitto Finale suggerisce un’atmosfera notturne e solitaria, un paesaggio poliedrico e bellissimo. In questo la storia ci aiuta a prendere coscienza delle nostre diversità.
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