Un Festival di singolare concezione, che unisce alla qualità del repertorio proposto, selezionato fra i più grandi capolavori della musica sacra, la magia e la suggestione dei luoghi sacri che eccezionalmente si aprono per accogliere il numerosissimo pubblico, tra cui moltissimi giovani e turisti.
Il Festival di Pasqua, promosso dal Comune di Roma/Assessorato alle Politiche Culturali, dalla Regione Lazio/Assessorato alla Cultura, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per gli eventi speciali dalla British American Tobacco Italia, si apre quest’anno a Roma (10 Aprile, Basilica di San Marcello al Corso, 11 Aprile, Basilica di S. Lucia al Gonfalone), con l’esecuzione dell’integrale per organo di Wolfang Amadeus Mozart nell’interpretazione del celebre organista francese Jean Luis Paternel.
Il terzo appuntamento si svolgerà a L’Aquila (13 Aprile), nella severa e monumentale cornice medioevale della Basilica di Santa Maria a Collemaggio, dove il celebre complesso de I Solisti Aquilani diretti dal talento del maestro Vincenzo Maritozzi proporrà l’esecuzione de Le sette ultime parole di Cristo in croce, brillante e complesso capolavoro di Franz Joseph Haydn, con la partecipazione straordinaria di Piera degli Esposti (voce recitante). Una speciale riunione di talenti resa possibile dalla collaborazione con la Fondazione I Solisti Aquilani e l’Ente Teatrale Italiano. Esecuzione del capolavoro di Haydn che verrà ripetuta a Firenze (14 Aprile), presso il Teatro La Pergola.
Ma in linea con l’obiettivo di valorizzare e riscoprire l’immenso patrimonio musicale della Musica Gregoriana e Polifonica, di cui purtroppo oggi sono ormai rarissime le esecuzioni, il Festival di Pasqua propone a Roma per la vigilia di Pasqua (15 Aprile) nella suggestiva cornice della Basilica di Sant’Anselmo all’Aventino le celebri Jeremiah Profetae Lamentationes, magnifico esempio dell’antico splendore del Canto Gregoriano nell’interpretazione del Coro dei Monaci di Sant’Anselmo. Si tratta di un momento particolarmente suggestivo e carico di profondo valore spirituale, vissuto come tale dai monaci fin dal X secolo nelle veglie notturne del Sacro Triduo, cantando le letture dal libro delle lamentazioni di Geremia in puro e autentico Canto Gregoriano. La struttura è caratteristica: inizia ogni lettura con il titolo “De lamentatione Jeremiae Prophetae”, segue la numerazione di ogni versetto con le cifre ebraiche (“aleph”, “beth”, “ghimel”, etc.) e si conclude con l’appassionata implorazione: “Gerusalemme, Gerusalemme, convertiti al Signore tuo Dio”. Nel corso dei secoli il canto subì modificazioni e variazioni ed oggi il Canto Gregoriano sopravvive solo nelle più antiche abbazie.
Un programma di straordinaria ricchezza musicale, che attinge a molteplici capolavori della Musica sacra gregoriana e polifonica, è quello proposto a Roma a conclusione del Festival per celebrare la Pasqua (16 Aprile). Il tradizionale appuntamento del Concerto di Pasqua, che negli scorsi anni ha portato a Roma artisti del calibro di José Carreras, Monserrat Caballé, Renato Bruson, si svolgerà quest’anno presso la meravigliosa Basilica di Santa Maria sopra Minerva e vedrà eccezionalmente riuniti i complessi del Coro dell’Accademia Filarmonica Romana e del Coro del Festival di Pasqua sotto la direzione di Monsignor Pablo Colino, già Maestro della Veneranda Cappella Giulia della Basilica di San Pietro e considerato in tutto il mondo uno dei più apprezzati e rinomati protagonisti della Musica Polifonica e Gregoriana. Un coro di oltre centoventi cantori, selezionati tra i migliori d’Italia e del mondo, offriranno musiche di Johann Sebastian Bach, Georg Friedric Haendel, Wolfgang Amadeus Mozart, ma soprattutto celebri capolavori del Canto Gregoriano: un ritorno alle origini della Musica Sacra che, trasmesso dalla RAI, viene proposto per la prima volta a conclusione del Festival di Pasqua.
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