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A ROMA LE OPERE DEL GENIO DI MODIGLIANI. UN'OCCASIONE DA NON PERDERE
"Cara Italia", furono le ultime parole del grande artista. Un motivo di nostalgia cui rendere omaggio. Dal 24 febbraio in mostra.

Daniela Mazzoli

Arriva a Roma, in mostra al Complesso del Vittoriano, l'opera di Amedeo Modigliani, pittore maledetto nel nome (maudit, suo soprannome, significa infatti maledetto) e nella vita privata.

Nato da una famiglia toscana di origine ebraica, morì all'età di 36 anni al termine di un'esistenza estrema e appassionata all'insegna dell'anarchia.

Per i cinefili che hanno apprezzato la pellicola di Mick Davis, "I colori dell'anima", uscito nel maggio dello scorso anno, la storia di Amedeo Modigliani non ha segreti, e si capisce bene come l'arte del genio non possa mai dirsi svincolata dagli avvenimenti sentimentali, da amicizie pubbliche e drammi personali.

Malato di tubercolosi, vittima di tremende depressioni, consumatore abituale di hashish e alcol, il pittore ebbe rapporti tormentati con gli uomini e le donne del suo tempo. Inviso a Picasso per la propria energia indomabile, lontano dal maestro Renoir per il modo nuovo di rappresentare il femminile amò furiosamente due donne: la poetessa Beatrice Hastings e la giovane pittrice, madre della sua unica figlia legittima, Jeanne Hebuterne.

Influenzato da Toulouse-Lautrec e da Cezanne, Modigliani ebbe il coraggio e l'ispirazione per creare uno stile nuovo, inimitabile, stravolgendo le regole del classico senza allontanarsene mai definitivamente. Se si pensa alla sua opera contemporanea a quella dei cubisti che capovolsero così ferocemente le regole dello spazio e del tempo, dando inizio a una pittura sfociata poi nell'astrattismo, si capisce bene quanto dovesse risultare estraneo sia alla 'moda' del momento che alla cultura accademica.

Modigliani, famoso per la rapidità del suo lavoro -non andava oltre le due sedute per i ritratti- divenne un catturatore di anime. Spogliava non solo i corpi ma gli spiriti. Così, diceva a metà tra il serio e il faceto, non voleva essere disturbato durante l'esecuzione di un nudo, perchè quella pittura non aveva a che fare solo con un 'oggetto' ma con un sentimento.

Ciò che non tutti sanno è che la sua vera primitiva passione era diretta piuttosto verso la scultura e che solo la malattia e la debolezza fisica gli impedirono di praticarla fino in fondo in modo 'redditizio'. Le sculture, d'altra parte, erano meno vendibili, meno appetibili per la vanesia società parigina alla quale si destinavano i suoi meravigliosi ritratti. Lo stile che egli applica alle tele ripete e tenta di trasporre, a uno sguardo attento, la forma delle sue statue: i visi allungati, i colli inverosimili, i volti come maschere, le linee fisiognomiche di una antica civiltà perduta, ispirata all'arte africana e a quella egizia.

Amico di donne interessanti e bellissime, pose fine alla sua carriera di amante quando conobbe Beatrice Hastings, che per due anni divenne il soggetto di molte sue opere e la vittima dei suoi funesti umori. In preda all'alcol e alla droga, Modigliani diventava amaro e violento, pronto alla rissa, protagonista di memorabili scenate nei locali della capitale parigina.

Solo la sua compagna Jeanne riuscì, con la grazia che una donna innamorata può donare al proprio uomo, a restituirgli brevi momenti di pace e di armonia interiore. La giovane pittrice, proveniente da una famiglia borghese che l'aveva diseredata proprio in virtù della sua storia con l'artista ebreo, gli fu fedele fino all'ultimo giorno, fino al momento in cui, colta dal delirio di un'esistenza impossibile, si tolse la vita portandone già un'altra dentro di sé.

Questo accadeva dopo la morte dell'artista che, malato di meningite tubercoloide, lasciò gli amici e l'amore senza mai riprendere i sensi. Il suo funerale, al quale parteciparono in gran numero i membri della comunità artistica di Monmartre e Montparnasse, fu la prima testimonianza di una lunga, futura serie di riconoscimenti all'uomo e al genio che da allora non hanno ancora avuto termine.

Tra dieci giorni, a partire dal 24 febbraio e fino al 20 giugno, sarà possibile avvicinarsi alla sua opera e ammirare il suo 'dannato' talento tutti i giorni secondo gli orari del museo adiacente i Fori Imperiali. Buona visita agli appassionati!



(14/02/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

  
  
 
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