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FANNY & MAURICE
Il tema dell’omosessualità e della lotta per il voto alle donne tra le pieghe della società vittoriana. Al Teatro Colosseo di Roma, fino al 29 gennaio.

Barbara Molinario

Spettacolo teatrale diretto da Giovanni Nardoni, tratto dal romanzo scandalo “Maurice” (1914) dello scrittore inglese E. M. Forster, racconta parallelamente la storia di due personaggi, Fanny e Maurice, nella Londra d’inizio novecento.

Fanny Parker (Gianna Breil), personaggio realmente esistito, donna ricca, appartenente ad una delle più potenti famiglie dell’aristocrazia inglese, sposata con un uomo potente, mette a disposizione i suoi privilegi rischiando la propria posizione sociale a favore della causa delle suffragette a Londra, capitale politica e culturale del mondo occidentale, e dell’Impero, che viene sconvolta da una serie di iniziative di rivolta sociale che puntano a fare ottenere a tutte le donne gli stessi diritti degli uomini e in modo particolare il diritto al voto.

Maurice Hall (Daniele de Martino), avvocato appartenente all’alta borghesia britannica, scopre di avere tendenze omosessuali, dopo aver lottato strenuamente con se stesso, si innamora di un suo compagno di college, Clive Durham (Valeriano Solfitti).

Entrambi vittime dei pregiudizi dell’epoca. Le donne per condizione di nascita non avevano gli stessi diritti degli uomini, mentre gli omosessuali erano accusati di perversione e non perdevano solamente i diritti di nascita, ma venivano perseguiti ferocemente dalle istituzioni. Mentre le donne potevano lottare e gridare i propri diritti, anche subendo gravi conseguenze, la scoperta dell’omosessualità poteva significare la definitiva rovina sociale di un uomo.

Fanny, molto amata e protetta dal marito, Lord Edward Walden (Giovanni Nardoni), senza perdere i privilegi dovuti al suo ceto sociale, riesce a perseguire i suoi ideali di libertà e uguaglianza per tutte le donne, senza distinzione di ceto sociale, appoggiando le idee rivoluzionarie dell’“Unione politica e sociale delle donne” della signora Pankhurst, suffragetta storica, realmente esistita.

Maurice si nasconde alla società e a se stesso dietro la rigidità morale che accompagna l’epoca e che è all’origine della sua negazione sessuale, consultando addirittura un medico per curare la “malattia” che lo affligge.

Le due storie si incrociano nel momento in cui Fanny si espone a tal punto da essere costretta ad abbandonare la protezione del suo ceto sociale e del marito e deve affrontare le conseguenze della propria militanza. Verrà difesa in tribunale proprio da Maurice.

Seppure differenti le storie esprimono la voglia di libertà dal senso comune della morale e l’affermazione a vivere le diversità, non come disagio ma come diritto.

Lo spettacolo è vietato ai minori a causa del tema omosessuale trattato e della scena d’amore tra Maurice e il guardiacaccia Alec Scudder (Diego Bottiglieri), scena a mio parere molto emozionante. Adatto a chi ha voglia di dedicare due ore di riflessione al tema della diversità.

In scena fino al 29 gennaio presso il Teatro Colosseo, via Capo d’Africa 7, Roma.
Telefono 06 7004932.



(13/01/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


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