Tra la lettura del terrorismo attuale come “soglia tumorale della nostra società” e la consapevolezza di un universo mediatico sempre più difficile da gestire, non rimane che appellarsi ad una ‘terza via’ di responsabilità e coscienza morale, enfatizzata dalle parole accese che l’autore ci spara al petto definendo come unica soluzione quella di “un giornalismo che sia espressione di tutti, che non si lasci piegare né dal clima imposto dal terrorismo né dalle richieste del governo, che sia un vero quarto potere e non valletta delle istituzioni, che non sia strumento di nessuno, ma baluardo di verità per tutti”.
Retorica o pura utopia, resta l’esasperazione per l’attuale sistema informativo, l’esigenza di cambiare le cose.
Amare l'arte è benessere
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