Uno dei patrimoni più pregevoli della Fototeca Nazionale è quello relativo a Venezia: nell’archivio complessivo di oltre 5 milioni di fotografie d’epoca, sono state rinvenute foto di artisti come Carbonaia, Alinari, lo Studio Fiorentini, solo per citarne alcuni. L’arco di tempo preso in esame corre dal 1851 fino alla prima metà del ‘900, con molte fotografie imperiali (di grandi dimensioni), catalogando inoltre molti dei restauri più famosi, come quello della Basilica di San Marco.
Venezia attraverso queste foto mostra un lato dolce e fragile nello stesso tempo: sembra di essere approdati nel film di Visconti Morte a Venezia tratto dall’omonimo capolavoro di Thomas Mann. Una foto, indicata da Valter Curzi, uno dei curatori, riprende un’atmosfera proprio simile al film, esaltandone la portata nostalgica e malinconica, quasi fuori dal tempo. Non è un caso che questa città, amata in tutto il mondo, sia stata tanto ripresa e tanto studiata. Venezia ha bisogno, per la sua struttura così sensibile agli eventi climatici e bellici, di una salvaguardia continua ed attenta, documentata proprio da queste fotografie.
L’archivio fotografico da cui sono tratte la foto in mostra nasce da una direttiva di epoca fascista: era obbligatorio conservare copia di tutte le foto fatte in Italia. Questa vastissima raccolta è già aperta al pubblico presso questa sede ed in futuro sarà disponibile in un catalogo on line, quando tutto l’archivio sarà inventariato.
L’idea della mostra nasce nel 1998 catalogando le immagini: Paola Callegari, Direttore della Fototeca Nazionale e curatrice della mostra, si accorse che molte immagini riproducevano momenti storici di cui erano rimaste ben poche tracce. Durante le due guerre molti monumenti erano stati insaccati per protezione e parti di essi trasportati altrove, in città più sicure come Firenze, Pisa e Roma. Ecco allora lo spostamento dei cavalli della Basilica di San Marco, e dei mobili e dei dipinti della Chiesa di Sant’Alvise e di Palazzo Ducale. Le fasi dei trasporti vengono documentate con eccezionale precisione dalle foto, che sono servite anche in una successiva opera di recupero ora conclusasi.
Fino al 1905-10 sono state utilizzate spesso due tecniche fotografiche: l’una è l’albumina, praticata con l’albume d’uovo che dona una particolare sfumatura giallastra; l’altra è la gelatina, dal colore più ferroso provocato dai sali d’argento. Queste due tecniche, oggi in disuso, conferiscono alle foto in esposizione un’allure quasi magica ed estremamente suggestiva. Altra nota è da riservare all’allestimento, curato dall’Architetto Varano, che ha pensato ad ordinare le foto a forma di gondola, inserendo inoltre una mappa di Venezia al centro della sala.
Una mostra su Venezia che nell’ottobre prossimo vi approderà, secondo i propositi di Maria Rita Sanzi Di Mino, Direttore dell’ICCD, permettendo e coadiuvando un percorso espositivo in uno spazio tutto a disposizione dei visitatori per ricerche interdisciplinari.
In futuro il progetto centrale è di coordinare delle esposizioni a rotazione di respiro internazionale in collaborazione con il neonato MAXXI di Roma per l’arte, l’Istituto della Calcografia e Villa Ghirlanda di Cinisello Balsamo (Regione Lombardia).
NOTIZIE UTILI
Venezia la tutela per immagini
Un caso esemplare dagli archivi della Fototeca Nazionale
22 dicembre 2005 – 19 febbraio 2006
Complesso Monumentale di San Michele a Ripa, ex Chiesa delle Zitelle
Roma - via di San Michele, 18
Orario: da martedì a domenica ore 10 – 18. Chiuso il lunedì, il 24, 25, 26, 31 dicembre e 1 gennaio
Biglietto d’ingresso: gratuito
Informazioni: tel. 06 585521 – 06 7211092
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