Sono mesi, anni, forse persino decenni, che da più parti si alzano voci (spesso ben argomentate) tese a criticare la qualità e i “contenuti” dei nostri palinsesti televisivi.
Ovviamente, quando si parla di tv, il pensiero vola subito a Rai e Mediaset che succhiano praticamente la totalità degli spettatori italiani. Rai Uno, Canale 5 e Italia 1, in particolare, catturano gran parte della moderna audience.
Eppure esistono altri canali, altre fasce orarie, altre programmazioni. Sabato scorso, contrariamente alle mie abitudini, decido di rimanere in casa.
Ho pronto un dvd da vedere, ma la pigrizia mi travolge e accendo la tv dormicchiando sul divano. Faccio stancamente zapping, temendo di incontrare i varietà del sabato sera. Misericordia vuole che ci sia pubblicità!
Incontro Rai Tre e mi fermo: stanno trasmettendo la trasmissione Gaia. Le immagini sono molto particolari: parlano dei vulcani e fanno vedere un po’ l’Etna e un po’ l’Australia. Rimango affascinato e resto una mezzora incollato alla trasmissione. Poi il sonno mi vince.
Al mio risveglio (saranno state le 11), riprendo indomito, ma anche un po’ emozionato lo zapping. (Su Rai Tre, nel frattempo, è cominciato un programma imbarazzante, credo qualcosa sui gialli irrisolti, ma volontariamente non mi informo meglio).
Finalmente giungo su La 7. Qui, in uno studio molto sobrio, un conduttore di cui non so il nome, ha come ospiti Nando Dalla Chiesa e Ombretta Colli. Si discute su l’”altra storia”. Gli ospiti in studio, con l’ausilio di una serie di servizi ben confezionati, ricostruiscono gli anni ’80: la crescita e il crollo di Milano, le tangenti, il muro di Berlino, Craxi, Gorbaciov, Di Pietro. La mia attenzione stranamente regge, anzi sale... Il programma mi affascina per la sua peculiarità: i contenuti!
La trasmissione continua a piacermi fino alla conclusione. La trovo stimolante, arricchente. Nessuna parola inutile. Nessuna informazione grossolana. Nessun commento arrogante o fuori posto.
Poi un po’ di pubblicità e inizia Saturday Night Live: la sigla è accattivante, ma la mia pazienza finita. Spengo la tele e vado a letto, con il mio buon vecchio libro.
Però, per una volta, mi addormento arricchito dalla televisione e la notte sogno di fare giornalismo d’inchiesta. Ho ricevuto molti stimoli in questa serata pigra, ho scoperto o rispolverato nomi, notizie, fatti che mi aiutano a comprendere meglio il nostro presente.
E mi sono chiesto: chissà cosa fanno su “l’altra tv” gli altri giorni. Chissà quanti programmi interessanti passano inosservati su La 7 o su le altre tv private esterne al circuito Mediaset.
Perchè, se è vero che dall’alto ci impongono un modello di tv spesso vuota e deprimente che ci propone valori vani e contenuti di dubbio gusto e anche vero che noi altrettanto spesso preferiamo crogiolarci nel vittimismo e criticare quanto abbiamo piuttosto che cercarci qualcosa di meglio...
Detto questo, sabato prossimo non starò di certo a casa!
Ma se inciampo sul telecomando, la prossima volta inizio dal numero 7.
Capire, criticare, divertirsi, non assuefarsi è benessere
|