A due anni dall'entrata in vigore della legge Biagi, ecco finalmente che anche il cinema si interessa di un argomento di scottante e portante attualità con Il Vangelo secondo Precario.
Nessuno ancora aveva proposto una visione generale per quanto riguarda la situazione giovanile post-Biagi. Cosa sta accadendo ai giovani e al mondo lavorativo? Rispecchia questo ciò che desiderano essere? Quali sono le reali condizioni di lavoro in cui versano, sono ottimistici per quanto riguarda il loro futuro, è cambiato qualcosa in meglio o in peggio? Tutto questo qualcuno se l'era già chiesto, ma non ancora il mezzo cinematografico, che questa volta viene utilizzato come porta-voce di una situazione vista dall'interno.
Il regista, infatti, Stefano Obino, è un giovane esordiente, che in poco tempo è riuscito a mettere in piedi un lungometraggio con finanziamenti dal basso, libero, quindi, da qualsiasi vincolo economico e di contenuto. Attraverso una mobilitazione in rete, Obino e la sua “troupe” sono riusciti a conquistare il consenso di migliaia di persone, le quali a loro volta hanno permesso che la realizzazione del lungometraggio fosse appoggiato economicamente anche da associazioni, organizzazioni e istituzioni di vario genere. Così han preso forma 4 storie di ordinaria flessibilità: Marta alle prese con indagini dell’Ixtat sul precariato giovanile, Dora è una perenne stagista della Zenzero tv, cui vengono abitualmente rubate idee, Franco è un agente finanziario, cui viene sottratto anche il pagamento minimo mensile, mentre Mario è un avvocato un po’ ambizioso…
Stasera in tutta Italia ci saranno proiezioni gratuite de Il Vangelo secondo Precario, presso cinema, circoli Arci e nelle camere del lavoro, cui seguiranno dibattiti e incontri con rappresentanti politici. Questo a coronamento della prima giornata di mobilitazione contro la precarietà che a Roma presenta la ricerca condotta dall’Ires e da NIdil – Cgil, intitolata: Nuovo contratto. Stessi problemi. Gli effetti della legge 30/03 nel passaggio dalle collaborazioni coordinate e continuative al lavoro a progetto.
Amare l'arte è benessere
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