Bonolis se ne è andato e il direttore di Raiuno, Fabrizio del Noce, si è fatto venire subito un'idea: un nome "di peso" per la conduzione di una storica kermesse televisiva. Il Festival di Sanremo, infatti, è una delle più antiche trasmissioni della tv pubblica insieme a Miss Italia. E' il grande appuntamento invernale, il momento sempre più difficile da proporre e gestire in cui le famiglie italiane -che non sono le stesse degli anni '50- non riescono a ritrovarsi per ascoltare le canzoni e votare la preferita.
Forse si sono creati altri 'gruppi familiari': gli amici di scuola, quelli della palestra, i genitori degli amici… Insomma per un pubblico sempre meno omologato e tradizionale ci vuole un conduttore che sappia indossare l'abito scuro da prima serata ma anche divertire tutti con una battuta, un personaggio, uno sketch. Quindi il nome di Panariello, che nonostante le sue doti conserva una non comune umiltà di mestiere, sembra far centro. Lui, sostiene Del Noce, non ha bisogno di direttori artistici che prendano decisioni al posto suo, che si assumano responsabilità di scelte editoriali su cui fa leva il successo o il fallimento del programma. Nessun rimpianto, perciò, da parte del Pippo nazionale che magari, se tutto va bene, si ritroverà impegnatissimo con l'edizione settimanale di Domenica In.
Panariello dovrebbe firmare il contratto entro la fine del mese, secondo le previsioni del Direttore di Rete. E una volta sbrigata la pratica del compenso e della libertà creativa partirà alla costruzione dello show. L'idea, comunque, appare quella di una manifestazione sempre più sradicata dalle proprie origini, dalle più dichiarate intenzioni, che cerca invece di somigliare a qualcos'altro, di cucirsi sulla personalità dello showman di turno.
Il Festival della canzone italiana potrebbe avvicinarsi di anno in anno a un qualsiasi programma del sabato sera, in cui accanto alle canzoni ci sono ospiti stranieri di prestigio, comici, sportivi, casi d'attualità. L'anno scorso fu proprio Bonolis a portare sotto la luce dei riflettori il caso dei bambini del Darfur e a sollecitare gesti di solidarietà per non dimenticare le tragedie del mondo.
Gli spettatori non hanno scelta: possono solo augurarsi, sconsolati come al solito, di scoprire qualche buona melodia da tenere a memoria in macchina, per strada o sotto la doccia. Anche se, per poterla ascoltare, saranno costretti a sorbirsi pure il resto: caricatura di Briatore inclusa.
Capire, criticare, divertirsi, non assuefarsi è benessere
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