Adda Danza accoglie l’estate “artistica” con un duplice e interessante appuntamento dedicato alla danza. Vi propone, infatti, una serata, Venerdì 17 giugno, alla Centrale idroelettrica Taccani, in cui si susseguiranno due assolo di Sosta Palmizi Network: l'ironico e graffiante Alma di Giorgio Rossi e Danza per due allegorie della giovane Francesca Zaccaria.
Dispensa bellezza, distilla poesia nella sua danza, Giorgio Rossi, goccia a goccia. Il suo quarto assolo, Alma, partendo da una poesia di Pablo Neruda, tocca sentimenti forti come l'amore, la solitudine e la sensazione della morte. "Io sono il passero che dorme sulla tua anima.".
C'è malinconia, in Alma. O meglio c'è la matura accettazione delle regole del gioco, del senso della vita e della sua caducità. Ma ci sono anche una clownesca capacità di guardare negli occhi la vita e non averne paura, una graffiante ironia verso il mondo d'apparenze che ci governa, un autoironico presentarsi, alla fine, quasi nudo e danzante.
Il secondo assolo della serata, Danza per due allegorie, è opera di una coreografa e danzatrice emergente, Francesca Zaccaria, attiva nel sosta palmizi network e vincitrice premio Junge Hunde 2005. Figure allegoriche, dipinte nel segno di una retorica espressionista, sono metafora continua per percorsi danzati. Ritratti che oscillano tra il riso e il pianto, nell'ironia della solitudine umana e nel trascorrere delle quattro stagioni.
Seguono le parole di Giorgio Rossi a commento e apertura delle danze:
“Nel 1984 nasceva il mio primo assolo Questo e quell'altro. Il mio quarto assolo Alma, che significa "anima", contiene nel suo suono: alba, animale, arma, Karma, calma, labbra, larva, rabbia, lacrima, lamento, lontano.
Il lavoro verte sul contrasto e l'opposto che è in noi, e il desiderio di reagire a questa inesorabile condizione. Sono inoltre presenti altre poesie di Pablo Neruda, Cesare Pavese e gli aforismi e le magie di Alda Merini. Le musiche che accompagnano il lavoro, diventano in certi momenti un tutt'uno con la danza e la parola. Gli autori sono: De Andrè, King Krimson, Death in Vegas, John Oswald.
Malgrado nei miei spettacoli l'elemento evocativo sia determinante, lo spettatore è sempre spinto a costruirsi un suo percorso, riconosce sempre qualcosa che è legato alle proprie esperienze, al proprio sentire la vita. Quando mi chiedono che genere di danza faccio, la risposta è sempre lunga e termina comunque con l'invito a venire a vedere, sentire, percepire l'evento nel suo compiersi perché è più vicino all'esperienza di una passeggiata nella natura, nell'atto d'amare che alla comprensione di un concetto astratto legato ad un ragionamento mentale. Il teatro poetico del movimento è una definizione che può avvicinarsi a ciò che tento di fare in scena.”
Amare l'arte è benessere
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