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Ci può spiegare cos’è la denominazione DOP?
La DOP è una certificazione riconosciuta dalla Comunità Europea, per dare riconoscibilità a quei prodotti di qualità strettamente legati ad un determinato territorio di produzione. Nel caso dell’olio d’oliva “DOP Sabina” il disciplinare tutela la qualità, la tipicità e la tracciabilità del prodotto. Questo significa fare in modo che sia possibile tracciare a posteriori il percorso svolto dall’olio, a partire dalla pianta per arrivare alla tavola del consumatore.

I terreni, gli impianti di trasformazione e di imbottigliamento vengono registrati in appositi elenchi. Anche i processi di raccolta e molitura vengono sottoposti a controllo, in modo da verificare che vengano seguiti i metodi tradizionali. Infine il prodotto finale viene sottoposto ad analisi chimico-fisiche ed organolettiche per riscontrarne la rispondenza ai requisiti previsti dal disciplinare di produzione.

Com’è il mercato dell’olio DOP? Nota dei cambiamenti da parte dei consumatori?
Le certificazioni sono un bene per il mercato dell’olio di qualità e pian pano si stanno affermando. Anche la diffusione di premi a livello nazionale ed internazionale, come la sirena d’Oro contribuisce alla valorizzazione di una realtà, quella dell’olio d’oliva di alta qualità, che viene troppo spesso relegata a canali di vendita “poco ortodossi”.

Come ai tempi di mio nonno, è ancora dominante la vendita di olio sfuso, in grossi contenitori tipo damigiane, attraverso il meccanismo del passaparola.
L’auspicio è che avvenga per il mercato dell’olio quello che succede per il vino. Sugli scaffali di enoteche e supermercati troviamo vini di diversa qualità e prezzo, certificati e non, mentre per gli oli purtroppo non succede ancora la stessa cosa.

Per quanto riguarda il DOP è importante che questa certificazione venga riconosciuta pienamente anche a livello internazionale. Recentemente anche il WTO, l’organismo supremo di regolamentazione del commercio internazionale, ha avviato il riconoscimento dei marchi DOP e IGP, dopo che Australia e Stati Uniti si erano opposti alla diffusione di questi marchi perché reputati contrari alle regole della libera concorrenza.

A livello internazionale un ulteriore nemico del nostro olio è rappresentato dalle contraffazioni e dalle sofisticazioni. Da una parte capita che vengano inventati dei marchi che “suonano” italiani, ma di cui non si conosce esattamente la provenienza e la qualità. Dall’altra esiste il fenomeno della manipolazione chimica di oli di bassa qualità per poter essere commercializzabili come prodotti di fascia superiore. Il problema è che non è sempre facile, dal punto di vista chimico-analitico, rilevare tali frodi.


(09/04/2005) - SCRIVI ALL'AUTORE


Conoscere cosa mangi è benessere

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