La psicoterapia come guarigione da determinate difficoltà personali non è scindibile dalle esigenze di crescita, né è possibile trascurare “il potenziale reale umano, il genio innato in ciascuno di voi”* afferma Frederick S. Perls, uno dei fondatori della Terapia della Gestalt. Condivido appieno questo concetto basandomi anche sulla mia esperienza in tutti i miei anni di psicoterapeuta della Gestalt.
Volendo descrivere questo approccio psicoterapeutico, ritengo che quanto ho scritto prima rappresenti un po’ l’animus di questa specifica modalità terapeutica.
In quest’ottica non si considera negativo in senso assoluto nulla di ciò che può vivere un cosiddetto paziente - termine che identifica facilmente una relazione e una condizione umana specifica, ma che personalmente non amo utilizzare preferendo parlare di cliente. I sintomi che provocano malessere, da questo punto di vista, sono i benvenuti perché esprimono la pulsione tenace, intrinseca nell’essere umano, a raggiungere una propria condizione di benessere che ovviamente è diversa da individuo a individuo.
Inizio dal farvi comprendere il significato di Gestalt, termine tedesco che mi trovo spesso a spiegare a chi è incuriosito e/o non lo conosce.
Gestalt di per sé significa forma, organizzazione in cui le proprietà delle singole parti dipendono dal tutto, ma l’organizzazione come totalità è più della somma delle singole parti.
Mi spiego meglio con un esempio: all’origine un essere umano è costitutito da una sola cellula che inizia a suddividersi differenziandosi in molte altre cellule, e queste a loro volta danno origine a organi che hanno funzioni specifiche, diversificate e comunque reciprocamente necessarie. Quindi, un organismo vivente funziona come una totalità, ma questa tatolità non è data dalla semplice somma di più parti bensì dalla loro integrazione, coordinazione, cosicchè al cambiamento di una di queste parti si produce un cambiamento di tutte quelle ad essa connesse.
In tal senso, perciò, la psicoterapia della Gestalt rientra pienamente tra le terapie cosiddette olistiche o globali.
Adesso, è giunto il momento di accompagnarvi in un breve e affascinante viaggio alla scoperta degli aspetti pratici della Terapia della Gestalt.
Essa utilizza la CONSAPEVOLEZZA come principale strumento di cambiamento personale, nel senso che è essenziale comprendere e sentire profondamente, attraverso una particolare attenzione alle sensazioni, alle percezioni anche corporee, ciò che i problemi, i disagi vogliono comunicarci. Quindi, c’è un’attenzione primaria sul come si manifesta un disagio e su come è possibile agire, prima di scoprire, se è necessario, il perché o le cause che lo determinano. Ciò permette di rendere più veloce il processo di cambiamento.
L’alternativa sarebbe cristallizzarsi anche per anni, girando intorno ai tanti perché della vita, in un’attenzione quasi eslusiva ai vissuti passati.
La modalità gestaltica propone, invece, un viaggio verso la propria consapevolezza e la propria autorealizzazione, con il conseguente superamento dei disagi, attraverso una serie di piccoli/grandi salti legati alla presa di coscienza del proprio esistere nel presente.
Il modo più semplice per prendere confidenza con la propria consapevolezza e iniziare ad utilizzarla è, infatti, partire dal sentire di ESSERCI NEL PRESENTE, al di là di tutti gli attributi di disagio o piacere o quant’altro può essere legato al semplice (si fa per dire!) vivere. Questa modalità, proprio per la sua grande semplicità, non viene spesso presa in considerazione preferendo analisi spesso decennali dei contenuti passati dei propri vissuti psichici, distogliendo così l’attenzione dall’unico momento che realmente esiste che è quello presente.
Ovviamente la vita di ogni essere umano è una conseguenza e purtroppo spesso anche segnata pesantemente dal proprio passato; ma nell’ottica gestaltica ripercorrere ciò che è stato ha senso solo in funzione di una guarigione nel proprio presente incentrata sostanzialmente sul liberare le emozioni non espresse e sul comprendere e sperimentare che il passato può non influire più sulle relazioni presenti perché si può agire diversamente.
*Tratti da “La Terapia Gestaltica Parola per Parola” di F. S. Perls – Astrolabio 1980
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