Le tigri tenute in cattività negli USA non finiscono tutte negli appartamenti. Vecchi esemplari un tempo utilizzati in circhi o tenuti negli zoo, a volte vengono lasciati “liberi” in terreni da caccia di minimo 10 acri, dove ricchi cacciatori possono pagare per portare a casa il loro trofeo del coraggio. È vero che la stessa cosa accade in alcune zone del Sud America e dell’Africa, ma sapere che si tratta di una pratica in voga anche in un paese che si proclama così civilizzato come gli Stati Uniti, fa un certo effetto.
Anzi...recentemente il governo USA, contravvenendo a convenzioni vecchie di 30 anni contro il traffico illegale di specie protette, ha permesso l’importazione di animali, e parti di essi, appartenenti a specie protette non appartenenti agli Stati Uniti (non danneggia casa propria).
Questo significa commercio libero da parte di circhi, laboratori scientifici, negozi di animali, o che un cittadino può acquistare un bracciale d’avorio o la testa di un rinoceronte da appendere sul caminetto. Secondo la stessa amministrazione, “molti soldi sono coinvolti in questi traffici, e possono essere riutilizzati per incrementare le misure conservazionistiche”. Risulta difficile pensare che chi ha fatto questa affermazione, ed i parlamentari che hanno approvato la legge, fossero sobri al momento della votazione.
Ma non tutte le notizie sono negative: nel Novembre 2004, la Casa dei Rappresentanti degli USA ha votato all’unanimità un disegno di legge per impedire il commercio di animali esotici pericolosi. La legge deve essere ancora approvata dal Senato e dal Presidente Bush, ma lo schieramento favorevole è stato schiacciante. Quindi il commercio delle tigri, di altri grandi felini, coccodrilli ed altri predatori dovrebbe essere vietato.
Almeno per questo, incrociamo le dita e staremo a vedere.
Conoscere la terra che abiti è benessere
|