Ma Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia, afferma: «Anche in “casa nostra” qualcosa dovrà cambiare: ricordiamo che l'Italia, invece di diminuire le proprie emissioni di anidride carbonica, le ha aumentate del 9% e che il nostro Paese è sotto scacco in Europa per aver presentato un piano di commercio delle emissioni che le aumenta notevolmente, invece di diminuirle. Ora si deve agire sul serio e siamo pronti a dare tutto il nostro supporto a piani e azioni volte davvero a tagliare l'inquinamento».
La Commissione europea nel frattempo ha accolto altri otto piani nazionali *di assegnazione delle quote di emissione di CO2. Sei di questi piani, presentati da Belgio, Estonia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo e Repubblica slovacca, sono stati accettati senza riserve. Per Finlandia e Francia, invece, sono stati approvati a condizione che vengano apportate alcune modifiche tecniche che li renderanno automaticamente accettabili, senza la necessità di una seconda valutazione da parte della Commissione. Fino ad oggi la Commissione ha concluso la valutazione di 16 piani. Attualmente è in corso l'esame del piano presentato dall'Italia, insieme a quelli di Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Spagna ed Ungheria.
Il sistema comunitario di scambio delle quote di emissione garantirà che le emissioni di gas serra prodotte dai settori energetico e industriale siano abbattute al minor costo possibile per l'economia, facendo sì che l'UE e i singoli Stati membri possano raggiungere gli obiettivi di emissione fissati nell'ambito del Protocollo di Kyoto del 1997.
*I piani nazionali di assegnazione definiscono il numero di quote di emissione di CO2 che gli Stati membri intendono assegnare agli impianti industriali ad alto consumo energetico.
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