Una regola, suggerita dalla scrittrice cilena Isabel Allende nel suo Afrodita, è sicuramente la più valida di tutte: “Tutto quello che si cucina per un amante è sensuale, ma lo è molto di più se entrambi partecipano alla preparazione e approfittano della situazione per svestirsi a poco a poco e con malizia mentre si pelano cipolle e si puliscono carciofi. Con la scusa di evitare di macchiarvi, mentre pulite i frutti di mare e condite i polli, potete già iniziare ad alleggerirvi dei vestiti; musica allegra e vino sono obbligatori, altri afrodisiaci sono facoltativi”.
Ma è proprio vero?
Lo pensa sicuramente la psicanalista Gisèle Harrus-Révedi, autrice di Psycanalyse de la gourmandise: i comportamenti alimentari sarebbero una spia rivelatrice di quelli sessuali.
Ma se, invece, questi fossero solo luoghi comuni? Nella teoria freudiana, il parallelismo sesso-cibo nasce dal rapporto mamma-bambino. Il cibo era visto come simbolo dell'attaccamento fra loro, ma molti studi successivi hanno ridimensionato questa teoria: il legame è basato piuttosto sulla ricerca da parte del bambino del calore materno. Allora, che cosa hanno in comune eros e cibo? Entrambi servono alla vita: il primo per procreare, il secondo per sopravvivere. Entrambi danno piacere, e sono legati alla socialità: non a caso una cena può essere l'occasione di un incontro e una notte insieme può a volte rappresentare davvero l'inizio di una storia d'amore.
Prenderlo per la gola, colpire il suo immaginario fantastico che lega il desiderio sessuale al cibo, ad una determinata preparazione e, non dimentichiamolo mai, una particolare atmosfera al punto di consentire l’esternazione di sentimenti e desideri non esplicitati…
Su un collegamento diretto fra cibo e sesso insiste anche il professor Willy Pasini, autore di Il cibo e l’amore. “Alcuni alimenti sono veri e propri afrodisiaci, e per le donne in particolare lo è il cioccolato” e una ricerca condotta dal CIRM afferma che circa la metà degli italiani crede al potere afrodisiaco di alcuni alimenti. Secondo la scienza medica, esiste soltanto un rapporto indiretto fra il cibo e il desiderio sessuale.
L’effetto sarebbe legato più alle modalità in cui la cena viene consumata, cioè l’atmosfera, l’intimità, che ad un processo chimico nel nostro organismo. Aragoste, crostacei, tartufi, spezie e tutta una serie di cibi proposti dalla tradizione popolare come alimenti afrodisiaci, per la scienza non hanno invece nessun potere afrodisiaco.
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