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Tornando alla manifestazione esteriore dei propri vissuti sessuali, comunemente si attribuisce ad una donna che veste in maniera seducente (abiti che mettono in risalto le forme, scollature procaci, ecc.) - alcuni direbbero “provocante” (a mio avviso questo giudizio esprime solo un disagio nel trovarsi di fronte alla seduzione) - libertà di pensiero, e magari anche di azione, in ambito sessuale.

Al contrario, alla donna che veste in maniera “casta” (abiti che nascondono le forme, maglie larghe e accollate, ecc.) si attribuisce un disagio, o addirittura la vergogna nel mostrarsi, o ancor più l’assenza di desiderio sessuale.

In realtà, sia nell’uno che nell’altro caso, dal punto di vista terapeutico, se si tratta di una vera ostentazione dei due opposti atteggiamenti, come in altri ambiti, c’è da chiedersi quale problema nasconda il corpo della persona, sia nella sua percezione fisica che nei suoi vissuti interiori e sessuali. L’ostentazione diventa come un grande riflettore col dito puntato che dice “guarda qui”. Un grande riflettore che la persona stessa punta su di sé finendo spesso col rimane tanto abbagliata da non sapere più cosa guardare e cosa non vedere.

Ovviamente, sto assimilando comportamenti eccessivi con possibili problematiche sottostanti, ma, se consideriamo l’espressione della personalità suddividibile in gradini come una scala, ci sono molte altre espressioni della propria sessualità che sono frutto di scelte consapevoli di una persona, sia essa maschio o femmina: ad esempio, vestire sexy perché ci si piace allo specchio o perché si vogliono lanciare messaggi sessuali all’esterno.

La grande differenza è costituita dalla consapevolezza che è contenuta nella scelta e dai condizionamenti, anche questi più o meno consapevoli, che provengono dall’esterno.

D’altra parte, l’essere umano ha imparato ad “atteggiarsi”, così come fanno le altre specie animali in natura. Non a caso si usa l’espressione “pavoneggiarsi” per riferirsi ad un individuo che si mostra attraverso il suo aspetto esteriore per attirare attenzione.

E’ noto come in molte specie animali sia il maschio a rendersi quanto mai attraente nella stagione degli amori per essere scelto dalle femmine.

Attirare attenzione è un comportamento che sorge spontaneo nell’età infantile anche dell’essere umano. Un comportamento spesso, ma non sempre, utilizzato in maniera evoluta anche in età adulta. Nel mondo umano, negli ultimi tempi, la gara alla seduzione e al sex appeal è quasi paritaria tra i due sessi. Prova ne è l’incremento, negli ultimi anni, di riviste e prodotti di bellezza rivolti esplicitamente al mondo maschile.

Anche se nell’immaginario comune continua a prevalere, più o meno sottilmente, il condizionamento dell’uomo “conquistatore” di questo mondo femminile, spesso così misterioso e imprevedibile.


Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt
e-mail: greco.mariarosa@libero.it
tel. 338/7255800



(06/07/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Non aver paura di curare la propria anima è benessere

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