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PIPISTRELLI MAESTRI DI ALTRUISMO
L’altruismo sarebbe un’arma vincente contro “parassiti e truffaldini”. Questi i risultati di uno studio condotto dall’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr sui pipistrelli vampiri, maestri in questa strategia nel gruppo.

comunicato stampa CNR

C’è chi si immola per la patria o per un causa religiosa, chi rischia la propria vita per salvarne un’altra o fa piccole azioni per aiutare il prossimo. Di esempi di altruismo sono piene le cronache. Ma quali sono le cause che spingono l’uomo a fare il bene degli altri senza tener conto di se stesso? Una spiegazione ci viene offerta dal mondo animale. In particolare, dai pipistrelli vampiri, brutti sì, ma generosi. Anche con individui con i quali non sono imparentati. A studiarne “la condotta” altruistica è stato un gruppo di ricercatori dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr che, attraverso la simulazione su computer, ha formulato nuove ipotesi su tale dinamica relazionale.

“L’obiettivo dello studio” spiega Mario Paolucci dell’Istc del Cnr “è capire uno dei tanti aspetti di questa attitudine umana, partendo da un livello di scala inferiore e meno complesso, quello degli animali. L’altruismo appare in contrasto con la teoria dell’evoluzione, secondo la quale sopravvive il più adatto; mentre avvantaggiando gli altri, l’altruista dovrebbe soccombere. Ciononostante, l’altruismo è diffuso tra gli animali. Come mai? La nostra ricerca dimostra che questo comportamento può essere una strategia vincente. È quel che succede fra i vampiri, grazie alla loro organizzazione sociale caratterizzata da gruppi di 20-40 individui. Se uno di loro per tre giorni di seguito non trova cibo rischia di morire. A quel punto interviene il pipistrello “altruista” che gli dona, rigurgitandolo, parte del sangue di cui si è alimentato, riducendo il beneficio di una nottata di caccia.

Ma nella comunità vi sono anche dei parassiti che non soccorrono il prossimo in pericolo di vita. I “bari” costituiscono una minaccia per il gruppo e per se stessi; sfruttano all’osso gli altruisti, poi, non trovando più vittime da spolpare, muoiono essi stessi. La specie dunque era destinata ad estinguersi, ma ciò non è avvenuto. Dalle nostre simulazioni si è visto che gli altruisti sono protetti dalle pareti dei nidi che si formano quando gli individui si riproducono e si separano. Quei pochi nidi di soli altruisti che per caso si formeranno, conquisteranno l’intera popolazione, garantendone la sopravvivenza e la riproduzione.


  
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