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BIOLOGICO E COSMESI SI INCONTRANO ANCHE IN ITALIA
Come già avvenuto nel settore alimentare, anche nella cosmesi il trend dei prodotti “biologici” è in continua crescita. Sorge, quindi, spontanea l’esigenza di dare la possibilità ai produttori di distinguersi e ai consumatori di scegliere…

Francesca Giomo

Che ormai un numero sempre crescente di persone abbia voglia di “naturale” è evidente. Basti pensare ai numerosi negozi che vendono prodotti “biologici”, o all’apertura di interi supermercati dedicati all’acquisto consapevole, nel rispetto dell’ambiente e della propria salute. Se il settore alimentare è stato il primo a trovare una strada da percorrere in questo senso, riuscendoci bene, ora, e finalmente, tocca anche al mondo dei cosmetici.

Sono passati ormai 15 anni da quando il Consiglio di Europa, COE, in un documento pubblico, aveva dichiarato la presenza sul mercato di ”un considerevole numero di cosmetici presentati come naturali, che possono contenere invece molti ingredienti non naturali.
Ancora oggi, in realtà, spesso e troppo facilmente, accade che, durante la nostra spesa, ci si imbatta in prodotti che “natural-mentono”. La mancanza, infatti, di criteri e normative che controllino questo segmento di mercato ha fatto sì che si sia sviluppato in modo caotico e confuso, danneggiando in primo luogo, oltre a una certa categoria di produttori, il consumatore.

Solo di recente, in risposta ai troppi abusi, si è sentita la necessità, anche in Italia, di ricorrere a un certo tipo di standard, che riesca a differenziare un prodotto, risultato di un certo tipo di procedura di confezionamento attenta ai principi del “biologico”, da un altro, noncurante degli stessi.

Grazie all’iniziativa del CCPB, Consorzio di Certificazione dei Prodotti Biologici, che mira ad allargare la certificazione biologica ai prodotti cosmetici attraverso un apposito marchio, il consumatore, in cerca di un rapporto più intenso e stretto con la “natura” , può essere accontentato anche relativamente a questa tranche di mercato.

L’ente bolognese, oltre alla sua autorevole esperienza nel campo della certificazione biologica, poggia il punto di forza della nuova tipologia di certificazione nel fatto che il disciplinare privato contiene regole che prendono spunto dal regolamento europeo 2092/91 sulla produzione biologica alimentare.

Al consumatore verranno offerti due categorie di prodotti: il Cosmetico Biologico e il Cosmetico con ingredienti biologici.
Il primo dovrà contenere, tra gli ingredienti certificabili ai sensi del Regolamento CEE 2092/91 (relativo al metodo di Produzione biologica i prodotti agricoli), almeno il 95% in peso di ingredienti biologici e un limite minimo di ingredienti conformi al medesimo regolamento pari al 10%. Per il secondo, invece, si abbassano di poco le percentuali, il 70% in peso di ingredienti biologici e contestualmente un limite minimo del 5% di ingredienti conformi al regolamento CEE di cui sopra.

In entrambi i livelli di certificazione si prevede l’uso di un massimo del 5% di ingredienti di sintesi, ma sono ritenuti utilizzabili solo quelli ammessi dallo standard medesimo.

Solo il prodotto che rispecchierà tali canoni avrà diritto di essere marchiato come “biologico”.

Indubbiamente, è stato fatto un importante passo in avanti nel mondo dei cosmetici, un settore che, molto spesso, ha rischiato e rischia tuttora di essere oggetto di abusi e di disordini da parte di operatori che utilizzano a sproposito il termine biologico, al fine di incentivare la vendita di prodotti che non rispecchiano i valori di qualità e sicurezza legati a questo specifico metodo di produzione.


(28/01/2005) - SCRIVI ALL'AUTORE


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