Quando eravamo bambini giocavamo con i dinosauri. Inutilmente, i maestri e i professori hanno tentato di spiegarci che i dinosauri erano erbivori, e che quelli cattivi, enormi, che si mangiavano tutto e tutti erano brontosauri. Per noi i dinosauri rimanevano i “cattivi” e comprendevano tutti quegli animali grossi, con la coda, la pelle dura, il ruggito spaventoso e la loro totale assenza nel mondo di oggi.
Le ultime ricerche sembrano dar torto sia a noi che ai nostri insegnanti. I “dinosauri” non erano poi sempre così imbattibili e invincibili. Tanto è vero che uno di essi, un “cucciolo” è stato ritrovato quasi intatto nello stomaco di un grande mammifero vissuto in Cina 130 milioni di anni fa.
Il nostro eroe non ha avuto però molto tempo per festeggiare e vantarsi con i suoi simili. Doveva ancora iniziare la digestione, infatti, quando un eruzione lo sorprese e lo uccise. La pioggia di cenere che seguì lo conservò intatto fino ad oggi.
Il “grande mammifero” era un Rapenomamus robustus ed era in realtà grande come un grosso gatto, lungo 60 cm e pesante 7 kg. Il povero dinosauro (sì, proprio un dinosauro, questa volta. Di quelli erbivori. Quindi cornuto e razziato…), che farebbe arrossire di vergogna mamma e papà, era invece un Psittacosaurus , detto anche dinosauro pappagallo, probabilmente per la sua marcata tendenza a vantarsi di imprese mai compiute. Il che spiegherebbe l’attuale cattiva fama dei suoi simili.
Battute a parte, questa scoperta rivoluziona la nostra visione di quell’epoca. Tra 200 e 65 milioni di anni fa, i mammiferi non se ne stavano rincantucciati nelle grotte aspettando la notte per uscire, come si pensava. Se ne andavano scorrazzando per la Terra insieme ai dinosauri, depredando i loro nidi incustoditi.
I paleontologi hanno ritrovato questo fossile ben due anni fa, ma le ricerche cinesi e americane che hanno permesso di annunciare la scoperta sono state lunghe. La relazione dei loro studi è stata pubblicata sull’ultimo numero di Nature.
Analizzati i fatti, si elaborano le ipotesi. Qualcuno già ipotizza che la presenza di questi mammiferi cacciatori abbia spinto i dinosauri a sviluppare le ali e a prendere il volo. Qualcun altro potrebbe addirittura immaginare che i mammiferi siano tra le cause dell’estinzione di questi immensi essere primordiali.
Molto più probabilmente, il nostro Rapenomamus robustus, ha semplicemente avuto una fortuna sfacciata. Fortuna che si è esaurita subito dopo, a casa dell’esplosione del vulcano. Un po’ come il goal agli europei di Cassano, subito gelato dalle “imprese” nord-europee. Il ruggito di gioia rigettato nella gola. Il momento di gloria subito ricoperto di polvere e cenere.
Conoscere la terra che abiti è benessere
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