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RICOSTRUIRE IN MODO SOSTENIBILE, E' QUESTA LA PRIORITA' PER IL "DOPO-TSUNAMI"
Molte vittime si sarebbero potute evitare con il semplice rispetto della Natura. Adesso, non si possono ripetere gli errori del passato. Costruire in modo sostenibile diventa la sfida del presente

comunicato stampa WWF ITALIA

Il WWF chiede ai governi di avviare la ricostruzione in modo che siano conservati i meccanismi naturali di difesa. Ad esempio l’abbattimento indiscriminato di alberi potrebbe contribuire ad altre calamità in futuro

Il WWF si rivolge ai governi perché sostengano le comunità devastate assicurandosi che le azioni intraprese per la ricostruzione siano ecologicamente sostenibili. Questa raccomandazione viene fatta mentre si svolge una conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici nelle isole Mauritius, nell’Oceano Indiano, la regione colpita duramente dallo tsunami.

“Ecosistemi sani possono salvare vite umane”, ha detto Isabelle Louis, Direttrice del Programma dell’Asia del Pacifico del WWF. “E questo tragico evento, nonostante l’impressionante numero di vittime, ancora una volta lo ha dimostrato. I luoghi che avevano barriere coralline sane e mangrovie intatte, che svolgono il ruolo di aree cuscinetto come dei respingenti naturali, sono state meno devastate dallo tsunami di quelli in cui le barriere erano danneggiate e le mangrovie eliminate e rimpiazzate dagli allevamenti di gamberi e da alberghi costruiti a pochi metri dal mare”.

Si stima, ad esempio, che nelle Maldive i danni dello tsunami avrebbero potuto essere molto maggiori se la politica governativa di protezione delle barriere coralline non fosse stata così efficace. Come riportato dallo staff del WWF presente in molte aree in diversi progetti sul campo il fenomeno si è verificato anche in India, nell’area del Tamil Nadu: diversi villaggi nel distretto di Chidambaram sono stati colpiti in misura minore proprio grazie alla presenza di una piccola foresta di mangrovie che ha impedito agli abitanti di venir spazzati via dalla tremenda ondata. La foresta è tra l’altro conosciuta con il nome di Alaithi Kadukal che in lingua Tamil vuol dire proprio “la foresta che controlla le onde”. Anche il santuario di Punta Calimere nel distretto di Thanjavur, sempre in Tamil, è stato protetto dalla foresta ancora integra. Ed ancora nell’Andhra Pradesh le mangrovie e i tratti di vegetazione costiera hanno permesso ad alcuni pescatori di trovare riparo e salvare la vita nonostante il maremoto.

In questo momento è impellente far fronte alle necessità primarie di cibo e di rifugio, ma il WWF chiede comunque che le operazioni che fin da ora si stanno intraprendendo per la ricostruzione a lungo termine rafforzino e restaurino proprio quei meccanismi naturali di difesa: è necessario, cioè, programmare in modo appropriato gli interventi lungo le coste, ricostruire le abitazioni con attenzione agli ambienti naturali e ridare i mezzi necessari alla sussistenza e il WWF ha già messo a disposizione dei governi la propria esperienza in questo campo.

“Lo sviluppo costiero, scarsamente programmato ha aggravato l’impatto dello tsunami”, ha detto Mubariq Ahmad, capo del WWF Indonesia. “E’ importante non ripetere gli errori del passato”. Il WWF suggerisce che gli insediamenti costieri, nel futuro, siano costruiti in una zona sicura, al di qua dei segnali che indicano. Azioni volte a ridurre l’impatto dei disastri naturali sono indispensabili: devono essere ricostruite o ripristinate le barriere coralline, le mangrovie, le paludi e le foreste, vitali per gli ecosistemi costieri, capaci di contrastare l’impatto dei maremoti.


  
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