La vera storia di Babbo Natale inizia nel IV secolo in Turchia, quando San Nicola (il futuro Santa Claus) divenne vescovo di Myra. Lì morì, e le sue spoglie vennero conservate nella cattedrale fino all’inizio dell’anno 1000, quando dei cavalieri italiani rubarono la salma e la portarono a Bari, il cui patrono è appunto San Nicola.
In realtà, la storia è molto più antica perché la cultura classica greca narra che Poseidone, dio del mare, fosse un dispensatore di doni. Nei primi anni di consacrazione, San Nicola veniva chiamato “il marinaio” e molti templi dedicati a Poseidone vennero riadattati alla figura del Santo.
Inoltre, pare che il nome stesso del santo derivi da quello del dio greco Nickar, anch’egli ritenuto nell’antichità un dio molto generoso.
La leggenda che rese famoso San Nicola e gli fece meritare l’appellativo di paladino di tutti i bambini, ha origine nel racconto del greco Michele Archimandrita (IX sec), poi ripreso da Dante nella Divina Commedia (Purgatorio XX, 31-33): un nobiluomo caduto in miseria era disperato perché non aveva la dote per far sposare le tre figlie. San Nicola, mosso a pietà dai suoi lamenti, decise di lanciare attraverso la finestra tre sacchi di monete in tre notti. Le prime due notti tutto andò per il verso giusto ma, durante la terza, la finestra venne chiusa dalla governante. Il Santo, deciso a perseverare nell’impresa, si arrampicò sul tetto e calò nel camino il sacco di denari, che andarono a finire in una delle calze appese ad asciugare proprio sul camino.
Secondo altre fonti, San Nicola calava cibo nei camini delle famiglie meno abbienti.
In realtà il Santo non era così ricco da poter comprare doni e cibo per tutti, ricchi e poveri: si narra quindi che fosse in possesso del Santo Graal, fatto che da solo bastò a giustificare il furto delle spoglie dalla Turchia (e ovviamente, sebbene non fosse stato ritrovato il mitico calice, le reliquie del santo non tornarono mai più indietro).
E così, dal tentativo mal riuscito di San Nicola di restare anonimo, nasce la tradizione di lasciare di nascosto dei doni sotto l’albero nella notte di Natale. Inizialmente, i regali venivano distribuiti il 6 dicembre, festa di San Nicola, ma poi il Santo divenne talmente famoso che la festa si prolungava sempre fino alla notte del 24, che rimase la data tradizionale per lo scambio dei doni.
La sua immagine divenne oggetto di un’intensa “campagna pubblicitaria” d’altri tempi: nel X secolo era protagonista di numerosi canti gregoriani, molti bambini vennero battezzati con il suo nome e divenne protettore degli studenti. Nel 1130 era rappresentato sulle monete normanne, in ricordo del suo impegno per salvare alcune ragazze dalla prostituzione.
Nel corso dei secoli, l’aspetto del Santo è cambiato notevolmente. Le prime trasformazioni sono venute per necessità: dopo la Riforma protestante del XVI secolo, i santi erano visti di cattivo occhio ma nessuno voleva perdere la tradizione dei regali nella notte del 24 dicembre. Fu così che ogni nazione europea adottò il proprio “sostituto” di San Nicola: in Inghilterra fu un vecchio con la barba, personaggio già celebre in molti giochi per bambini (ma anche presunto aiutante di San Nicola), mentre in Germania restò lo stampo cattolico e divenne Gesù Bambino il misterioso dispensatore di doni.
Il vecchio inglese mantenne un vago aspetto sacro, per cui il mantello vescovile divenne un lungo abito verde scuro e la mitra divenne il cappuccio, sempre verde, con il pon-pon bianco.
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