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LA FIBRA DEL FUTURO. GIAPPONE ALL'AVANGUARDIA
Dalla Natura ancora una volta una valida risposta al bisogno di “benessere” da parte dell’uomo. Questa volta l’”ingrediente magico” arriva dal Giappone sotto forma di una fibra antibatterica, il Crabyon…e si parla già di tendenza.

Francesca Giomo

Sembra che come super-eroi ci aggireremo per le strade a testa alta, immuni ai batteri più affamati, con indosso non uniformi, ma, apparentemente, i nostri vestiti di sempre. E questa visione ci arriva direttamente dal Giappone che, nel clima elettrizzato e instabile del nostro aggressivo, quanto fragile inizio secolo, ha scoperto qualcosa di molto interessante. Si tratta del Crabyon, una fibra composita di Chitin/Chitosano e cellulosa, che possiede testate funzioni antibatteriche.
La sicurezza del nostro incedere, quindi, non sarà data dalla forma di ciò che indosseremo, ma dalla sostanza o, più esattamente, dalla fibra del tessuto che ci avvolgerà.

Già noto in campo medico e alimentare, grazie alle sue proprietà antibatteriche e terapeutiche, il Chitin/Chitosano viene proposto, da ricercatori giapponesi, come ingrediente “intelligente” di nuove tipologie di tessuto, che i professionisti della moda, dai tessitori agli stilisti, ci offriranno come materia prima delle loro collezioni, nelle prossime stagioni.

Dall’abito al copriletto, dalla maglietta intima al soprabito, potremo, quindi, scegliere tra un tessuto contenente fibra “Crabyon” e uno senza. Liberi, quindi, di scegliere, attraverso uno dei primi gesti quotidiani, il vestirsi, di curarci oltre che dello “stare bene” anche del nostro “benessere”.

La novità portante del Crabyon sta nel fatto che si tratta di una vera e propria fibra da unire e uniformare ad altre fibre, quali il cotone, la seta, il lino, la viscosa e la lana. In questo modo il prodotto finale, ottenuto dopo la filatura, risulta essere un tessuto “tradizionale”, arricchito da funzioni “particolari”, per l’appunto antibatteriche.

La sicurezza del prodotto è data, oltre che dai numerosi test effettuati, dal fatto che il Chitin/Chitosano sia una sostanza del tutto naturale, un polisaccaride che forma la base per il carapace dei crostacei e presente anche in insetti, quali coleotteri, libellule, e in funghi e muffe.
L’idea alla base della creazione del Crabyon sta nel fatto che la struttura chimica del Chitin/Chitosano è simile a quella della cellulosa. La loro compatibilità ha stimolato ricerche relative una tecnologia che potesse realizzare una miscela uniforme di Chitin/Chitosano e cellulosa/viscosa, al fine, con la successiva estrusione della viscosa, di ottenere una fibra, in grado di trattenere nel tempo le virtù, acquisite dal polisaccaride.

Particolarmente indicato per superfici sensibili e delicate, grazie alle sue capacità di mantenere un equilibrato livello di umidità, il Crabyon previene la disidratazione della pelle. A seguito di alcuni test ospedalieri, il tessuto a base di chitina si è rivelato un ottimo aiuto anche in caso di dermatite atopica.
Nessuna restrizione, inoltre, in campo di tendenze, sembra sia una fibra morbida e adattabile, oltre che resistente a coloranti e trattamenti vari.
Dulcis in fundo, dal momento che si tratta di materiale organico la sua biodegradabilità è eccellente, la decomposizione ha inizio dopo 2 settimane dalla sua sepoltura nel terreno e fine dopo 2 mesi, il medesimo tempo impiegato dal dissolversi delle foglie.
Inoltre il materiale utilizzato per la produzione di Crabyon deriva dal riciclo del carapace dei crostacei, utilizzando gli scarti dell’industria alimentare. Nel 1997 la produzione in questione ha vinto un premio da parte del Consiglio di Promozione del Riciclo.


(28/06/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


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