Alla fine la Duma lo ha ratificato quel benedetto protocollo. Quasi un anno fa, a Milano, durante la Cop 9 (la conferenza mondiale sul Clima) in molti affermarono "Kyoto is dead". Il protocollo di Kyoto è morto.
In realtà, questa era la speranza del presidente degli Stati Uniti e delle multinazionali del petrolio. Ma Kyoto non era morto. Oggi la Duma lo ha ratificato e, contro ogni aspettativa, tutti i paesi che in passato hanno aderito (tra cui l'Italia), magari sperando che rimanesse un semplice foglio di carta, dovranno adeguarsi alle sue indicazioni.
E sì, perché con la firma della Russia viene raggiunto il quorum necessario all'entrata in vigore del protocollo stesso.
L'entrata in vigore della legge, infatti, è prevista 90 giorni dopo il raggiungimento della quota di paesi firmatari (i 55 che rappresentino almeno il 55 per cento delle emissioni di anidride carbonica, secondo i livelli del 1990) prevista dal Protocollo stesso. Con la Russia, i paesi firmatari diventano 127, con il 61,6 per cento delle emissioni.
Ora alcuni governi dovranno fare i salti mortali per ridurre le emissioni di anidride carbonica del 30% entro il 2020, rispetto ai valori registrati nel 1990. Queste emissioni sono il fattore principale del surriscaldamento climatico, ovvero dell'effetto serra.
Queste difficoltà saranno ancora maggiori in quei paesi in cui, nel frattempo, l'emissione dei gas incriminati è addirittura aumentata. Tra questi purtroppo troviamo l'Italia.
Seguire l'esempio della Germania, che in pochi anni ha abbattuto le sue emissioni radicalmente, puntando su energie alternative, ma soprattutto sulla riduzione degli sprechi, diventerà quindi d'obbligo.
Che dietro alle ragioni della Russia, ci siano interessi economici è probabilmente vero. Che molto, moltissimo, resti da fare è indubbio. Che la situazione mondiale sia disastrosa è purtroppo verosimile.
Ma intanto oggi è un buon giorno per il nostro pianeta e per tutti i suoi terranauti.
L'amministrazione americana, però, non sembra voler far marcia indietro: "Non abbiamo nessuna intenzione di firmare o di ratificare il Protocollo, non abbiamo cambiato idea" ha commentato il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Adam Ereli.
Ma mentre in molti esultano e in moltissimi pensano ad altro, a Washinton dorme sogni irrequieti un uomo un po' triste e sicuramente un po' più solo: il presidente Bush, avversario indomito dell'Ambiente e dell'Uomo. Ma per una volta, Mr President, "You've lost", hai perso tu.
Conoscere la terra che abiti è benessere
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