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VIAGGIANDO NEL TEMPO
...FINO ALLA BELLE EPOQUE

“Squadra che vince non si cambia” e così, promossa a pieni voti al suo anno d’esordio e celebrata dalla stampa e dalla televisione, prosegue la rassegna Lezioni di Storia, nata dalla fortunata collaborazione fra la Casa Editrice Laterza e la Fondazione Musica per Roma con il patrocinio del Comune di Roma.

Alessandra Profilio

Illustri studiosi ci guidano in uno “storico” viaggio nel tempo e, sullo sfondo di Sala Sinopoli dell’Auditorium, ci raccontano magistralmente il passato. Protagonista assoluto è, quest’anno, un secolo complesso e controverso: il Novecento, attraversato da eventi che hanno impresso un segno indelebile nel volto dell’Italia e dell’Europa.

Numerosi gli appassionati accorsi ad assistere alla prima lezione, tenutasi domenica 11 novembre, sul tema “1900. Inizia il secolo”.
A condurre l’incontro e ad animarlo con la sua verve è stato il professor Emilio Gentile, tra l’altro insegnante di Storia contemporanea all’Università di Roma La Sapienza. Noto a tutti per la sua grande cultura, lo storico, sin dal suo ingresso in sala, ha mostrato di possedere un’altra preziosa virtù: la capacità di comunicare, coinvolgere e istruire il suo pubblico suscitando non solo applausi di stima ma anche schietti sorrisi di simpatia. Ed ecco così che il professore ci “trasporta” in un tempo tanto diverso quanto, per certi aspetti, simile a quello che ci appartiene.

Agli inizi del ‘900 l’Europa vive anni di spensieratezza, fiduciosa nel progresso, nella ragione e nella libertà: vive, insomma, quella che viene battezzata la bèlle epoque nella romantica Parigi, città in cui, proprio in questo inizio secolo, si inaugura l’Esposizione Universale e “spicca il volo” la Tour Eiffel, aspramente criticata ai suoi albori ed oggi status symbol della capitale francese.

Alla serenità con cui molti paesi del vecchio continente salutano il nuovo secolo, corrisponde in Italia un clima di contraddizioni e difficoltà, annunciato dall’uccisione, per mano dell’anarchico Gaetano Bresci, di Umberto I, reo di aver inasprito gli animi conferendo la croce di Grande Ufficiale dell’ordine militare di Savoia al generale Fiorenzo Bava Beccaris. Questi, nel maggio 1898, non aveva esitato a far sparare vere e proprie cannonate sulla folla che a Milano manifestava per la fame, “smorzando” in un bagno di sangue quei tumulti passati alla storia come la “Protesta dello Stomaco”.

Allo sviluppo industriale, alla rinascita culturale e alla spinta in avanti del proletariato si accompagnano nel nostro paese contrasti, violenze e agitazioni: i primi scioperi generali, la nascita del socialismo rivoluzionario e del nazionalismo imperialista, l’emigrazione di massa e la guerra libica. Guerra, questa ultima, anticamera di un conflitto di proporzioni ben più grandi, mondiali, che di lì a poco, nel 1914, sarebbe scoppiato: la Grande Guerra, proprio quella che alcune avanguardie artistiche e letterarie avevano incoscientemente invocato come “igiene del mondo”.

Attraverso stralci di lettere intime e familiari, scritti e versi di filosofi e vati ma, soprattutto, grazie ad un’accurata analisi critica, il professor Gentile ci ha fatto varcare l’ingresso del XX secolo sino alla soglia della Grande Guerra…

Appuntamento alla seconda lezione: 1915. Cinque modi di andare alla guerra, a cura del professor Mario Isnenghi
Domenica 25 novembre alle ore 11
Roma, Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica



(19/11/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


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