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L’appuntamento dal titolo “Liberi con gli OGM. Per un’agricoltura senza pregiudizi e bugie” è stato organizzato dal SAgRI con lo scopo di “provare a stabilire una comunicazione con l’opinione pubblica, finora male informata sugli Ogm”.

Il Sagri definisce “tragica” la situazione italiana in campo agroalimentare ed economico contestando il divieto vigente nel nostro paese di ricerca scientifica, coltivazione e commercializzazione di prodotti Ogm che in realtà non comporterebbero nessun tipo di rischio, ma soltanto benefici.
In primo piano, a sostegno della validità delle coltivazioni Ogm è il mais, di cui non mancano in sala due classici rappresentanti, ovvero due pannocchie: una di mais tradizionale, l’altra di mais geneticamente modificato. Il confronto fra i due tipi, infatti, è stato nel 2005 al centro di un esperimento che Tommaso Maggiore dell’Università di Milano ha eseguito per conto dell’INRAN, l’Istituto per la nutrizione dipendente dal ministero dell’Agricoltura.

Il SAgRI denuncia lo “scandalo” e l’inadempienza delle istituzioni nel non aver divulgato, o almeno non in modo esauriente, i risultati di tale esperimento, risultati che avrebbero rilevato un aumento di produttività di oltre il 40% apportato dal mais Bt rispetto al mais tradizionale. Quest’ultimo, inoltre, presenterebbe una percentuale più elevata di fumosinine, microtossine che inducono, tra l’altro, il tumore all’esofago.

Oltre a denunciare questa grave omissione di informazioni i ricercatori intervenuti al dibattito contestano fermamente il divieto agli Ogm in quanto “attentato alla libertà della scienza”, “causa di danno economico per l’agricoltura, ostacolo alla ricerca e all’evoluzione” e “crimine di un paese che decide di castrarsi”.

Oscurantismo e ostracismo ingiustificati nei riguardi degli Ogm sono quindi i principali bersagli del SAgRI che non ammette il “no” a dei prodotti di cui non si conoscono rischi o conseguenze negative. Secondo Luciano Caglioti, del Comitato Biosicurezza, la nostra nazione non rifiuterebbe soltanto gli Ogm ma le tecnologie nella loro totalità, restando così arretrata rispetto agli altri paesi.

Lo stesso Caglioti conclude l’incontro esprimendo l’auspicio di una mobilitazione del mondo scientifico per migliorare la situazione. D’altra parte una mobilitazione, ma in senso contrario, proviene dalla Francia dove il neo presidente Sarkozy ha deciso la sospensione degli Ogm.

“Il prodotto biologico del futuro è un prodotto Ogm”, afferma il Sagri.
“Il prodotto del futuro è un prodotto Ogm?”...ci interroghiamo noi.


(15/11/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Conoscere la terra che abiti è benessere

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